Lo shopping nel real estate non parla italiano

Immobili trofeo. Ma anche case, appartamenti e alberghi. Nella tempesta perfetta che si è abbattuta sui mercati in queste prime settimane del 2016, tra la crisi del sistema bancario e le avverse congiunture geopolitiche, il real estate, seppur a rilento, continua per la sua strada a segno più. E a guidare questa piccola ma significativa ripresa sono proprio questi driver – immobili di pregio e residenziale – che tanto piacciono agli investitori stranieri.

Secondo quanto stima Scenari Immobiliari nel suo Outlook 2016, lo scorso anno a livello europeo la crescita media del real estate nei cinque principali Paesi è stata del 3,1%. L’Italia si colloca al di sotto della media, con una crescita complessiva del fatturato del 2,7%, pari a 111 miliardi di euro rispetto ai 108 del 2014.

Complice del risultato è anche un contesto favorevole, determinato da una serie di fattori, come l’elevata liquidità in circolazione, le previsioni di una crescita moderata e graduale dei tassi di interesse, e, appunto, la volatilità dei mercati finanziari che potrebbe portare ad aumentare l’afflusso di capitali nel settore immobiliare, con il conseguente aumento dei fatturati.

Capitali che, per la maggior parte, provengono da investitori stranieri, prevalentemente in fuga dall’Asia, attratti dai cosiddetti “trophy asset”, come dimostrano operazioni quali la vendita a un investitore tedesco del Palazzo del Trianon a Firenze, ma anche del palazzo Ipi in Montenapoleone a Milano (quest’ultimo venduto a un italiano a una cifra pari a 75mila euro al mq), ma che ancora soffrono di un mercato piccolo e soffocato dalla burocrazia.

Dal Qatar agli Stati Uniti
Qualità e location è ciò che cercano gli investitori stranieri in Italia, sempre interessati al nostro Paese e con molto denaro in cassa da spendere. Dei quasi 8 miliardi di investimenti corporate realizzati lo scorso anno – in crescita del 44% rispetto all’anno precedente – il 75% viene da un investitore internazionale.

I più attivi, rileva Scenari Immobiliari, continuano a essere gli equity funds americani, seguiti da investitori mediorientali ed europei, soprattutto tedeschi. Fra questi non si può non ricordare la famiglia reale del Qatar, che attraverso il fondo sovrano Qia e l’alleanza con l’imprenditore Manfredi Catella, ha acquisito fra le altre cose il complesso di Porta Nuova a Milano. Sempre tra i fondi sovrani, di recente quello di Abu Dhabi ha comprato l’ex torre Inps in Melchiorre Gioia a Milano, che diventerà un’estensione di Porta Nuova, mentre quello dell’Azerbaijan, il Sofaz, si è affacciato sul mercato italiano a inizio gennaio rilevando per 97 milioni Palazzo Turati a Milano, entrambi con l’intermediazione di Catella.

Fra i private equity, invece, il fondo americano Blackstone è stato tra i più attivi in Italia e a oggi possiede asset quali il Palmanova Outlet Village di Aiello del Friuli, in provincia di Udine, un complesso di 22.000 mq con circa 90 negozi e ristoranti, ma anche il complesso in via Solferino – Corso Porta Nuova, acquisito per 120 milioni di euro, l’ex Palazzo delle Poste, la sede dell’Inail e del comando della guardia di finanza, tutti a Milano. Lo scorso anno, invece, una delle operazioni più importanti ha riguardato il fondo cinese Fonsun, che ha acquisito, per 345 milioni, il Palazzo Broggi, ex sede di UniCredit a Milano.

Poco prodotto, troppa burocrazia
L’attrattività dell’Italia per questi signori, evidenzia l’osservatorio, è riconducibile alla maggiore stabilità politica, almeno rispetto al passato e ad altri Paesi dell’area mediterranea, e ai rendimenti più elevati considerando le nazioni concorrenti, e nonostante la recente compressione.Tuttavia, come sottolinea Marco Doglio, responsabile global real estate di UBS Global Asset Management in Italia: «Gli stranieri, nel nostro Paese, ci sono, il problema è consolidare questa presenza» e quindi «convincere, dimostrare, a questi investitori che l’Italia è un Paese stabile, in modo da attrarre investimenti a lungo termine, come ad esempio quelli dei fondi pensione»…

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Noemi

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