Mandarin rafforza il suo polo della ceramica con l’acquisto di Rondine

Mandarin Capital Partners sgr, attraverso la sua holgind Italcer gestita con il  fondo MCP II, prosegue nella sua strategia di aggregazione e si prepara ad acquisire il 100% di Rondine Group spa.

L’operazione farà raddoppiare le dimensioni di Italcer a oltre 200 milioni di euro di ricavi e 25 milioni di ebitda, in quanto Rondine ha chiuso il 2017 con 108 milioni di euro di ricavi e 14,5 milioni di utile. La società conta poi 291 dipendenti divisi in tre fabbriche, una a Rubiera, specializzata in gres porcellanato, una a  Vetto, sede della Sadon acquisita nel 2010 e produttrice di battiscopa e infine una terza a Sassuolo attiva nella produzione di Spray Dry, il più importante produttore di atomizzato del comprensorio ceramico sassolese.

Per Italcer, costituita da Mandarin Capital insieme al manager Graziano Verdi, ex amministratore delegato di Graniti Fiandre, di Technogym e di Koramic, l’acquisizione di Rondine segue quella di Devon & Devon, di Elios Ceramica e quella de La Fabbrica tutte lo scorso anno. L’idea dietro la nascita della holding, come avevano spiegato in questa intervista il managing partner Lorenzo Stanca (nella foto) e il partner Andrea Tuccio, “vuole essere un cluster di imprese d’eccellenza del settore della ceramica di lusso che in Italia oggi è molto frammentato e in cui si possono realizzare importanti economie di scala” (leggi l’articolo su Italcer su financecommunity.it). Obiettivo finale sarà la quotazione in Borsa.

Rondine Group è controllata oggi al 50% dall’amministratore delegato Lauro Giacobazzi e per l’altro 50% dal gruppo turco Seramiksan, uno dei maggiori produttori di ceramica in Anatolia, che aveva rilevato nel 2013 la quota dal fondo Progressio Investimenti gestito da Progressio sgr.

Noemi

SHARE