Manutencoop Facility Management, i fondi pronti a salire dal 21 al 33%
Nuovi accordi fra i soci e gli investitori di Manutencoop Facility Management, operatore italiano fra i principali player a livello europeo nell’erogazione e nella gestione di servizi integrati.
In dettaglio, i nuovi accordi, che sostituiranno quelli stipulati nel 2013, prevedono un rialzo della quota in mano ai soci di minoranza (Private Equity Partners, 21 Investimenti, MPVenture, Sviluppo Imprese Centro Italia, NEIP II, IDeA Capital Funds, Cooperare Spa, Unipol Banca e Mediobanca) che avranno il 33% circa del capitale, rispetto al 21% precedente. Il restante 67% farà capo a Manutencoop Società Cooperativa.
Inoltre, vengono prorogati i termini di pagamento previsti dalla vendor note dal 1° luglio 2016 alla prima tra la data di uscita degli investitori e il 30 giugno 2019, salvo diritto degli investitori di posticipare ulteriormente quest’ultimo termine.
Quanto alla governance, le nuove regole prevedono la nomina di un nuovo Presidente e di un nuovo Consigliere Delegato che sarà selezionato previa definizione di una lista di candidati elaborata da una società di head hunting. La nuova composizione degli organi di amministrazione e, in particolare, il consiglio di sorveglianza resterà composto da 9 membri, di cui 7 nominati dalla lista di maggioranza presentata da Manutencoop Società Cooperativa e 2 dalla lista di minoranza espressione degli Investitori; il Consiglio di Gestione passa, invece, da 11 a 13 membri, di cui 7 designati dalla lista di maggioranza, 4 dalla lista di minoranza e 2, che saranno il Presidente e il Consigliere Delegato, mediante un processo di selezione condiviso tra i Soci per quanto concerne la loro prima nomina successiva alla stipula del nuovo patto parasociale.
In relazione alla disciplina dell’uscita, i nuovi accordi prevedono una serie di iniziative, in fasi temporali successive, volte ad assicurare l’exit a cominciare dal gennaio 2017 attraverso operazioni di vendita o quotazione delle azioni della Società.
L’efficacia degli accordi raggiunti dai soci, precisa la nota, è condizionata sospensivamente all’autorizzazione Antitrust.