Matite-pianta e cucchiai da bere, la green economy di Sprout

Ridurre, riutilizzare, riciclare. Le tre erre dell’economia circolare, il mantra della green economy, sono ben impresse nella testa di ogni manager. C’è chi punta a fare un passo oltre: riusare può diventare rigenerare, far sì che un oggetto diventi altro; anzi, qualcosa di più. Resta vera, ovviamente, la legge della conservazione della massa di Lavoisier: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Ma come la materia si trasforma può fare la differenza verso il raggiungimento dell’obiettivo di un’economia davvero circolare.

L’azienda danese Sprout si muove nella direzione della circolarità completa dell’economia. Quartier generale vicino a Copenhagen, nella cittadina di Taastrup, un ufficio a Boston, Sprout ha archiviato il 2018 con un giro di affari di 21 milioni di corone danese (2,8 milioni di euro) e si aspetta di chiudere il 2019 raggiungendo quota 4,5 milioni. Alla fine del primo di vita, nel 2013, aveva già registrato il breakeven. L’azienda ha creato la prima matita al mondo che può essere piantata e dar vita a erbe aromatiche, verdure e fiori. L’idea è quella di piantare la matita quando diventa troppo corta per scrivere. Sprout ha venduto oltre 16 milioni di matite in più di 80 Paesi.

Il fondatore di Sprout è Michael Stausholm (nella foto a destra), che ha iniziato la carriera nel settore delle spedizioni. Dal 1996 al 2006 ha lavorato per diverse aziende, tra cui Nike e Walmart, aiutandole a creare processi ambientalmente e socialmente più sostenibili. L’azienda fondata da Stausholm si basa su un prodotto inventato da tre studenti del Mit, di cui ha acquistato brevetti e diritti.

Tra i clienti di Sprout figurano, tra gli altri: Enel, Bulgari, Benetton, Coca-Cola, Wwf, Marriott, Toyota, McKinsey, New York Highline, Spice and Tea Exchange, Ikea, l’arma dei carabinieri e alcuni dipartimenti delle Nazioni Unite e della Commissione europea con sede in Italia. Le matite Sprout sono anche presenti nei cataloghi di oltre venti compagnie aeree. Da notare che l’Italia rappresenta il mercato più importante per l’azienda danese, segno che il nostro Paese, in ritardo e in affanno su vari fronti, in materia di sensibilità ecologista è all’avanguardia.

La matita Sprout è realizzata in legno sostenibile, grafite e argilla. E’ biodegradabile al 100% e non contiene piombo o altre sostanze tossiche. Oltre alla tipologia in grafite ne esiste una versione colorata, con dieci varianti tra erbe aromatiche, piante e fiori tra cui scegliere, come basilica, pomodoro e margherite. Per le aziende, la matita può essere personalizzata con logo o messaggi a scelta. La capsula piantabile posta alla sommità della matita contiene semi di alta qualità, tutti senza Ogm.

Sprout ha anche realizzato una matita da trucco, anch’essa piantabile. Il kit da trucco promette di essere la nuova frontiera del business dell’azienda danese.

Dopo le matite, Sprout ha lanciato il cucchiaino, biodegradabile e privo di plastica, integrato ad una bustina di tè prodotto secondo gli standard del commercio equo e solidale. Se questa è l’estate dei prodotti plastic free (cannucce, piatti, bicchieri), la risposta (si spera non tardiva) all’invasione delle plastiche negli oceani , l’azienda danese unisce in un solo prodotto attenzione all’ambiente e responsabilità sociale.

Si tratta di un cucchiaio pieghevole biodegradabile al 100%, con integrata una bustina di tè di qualità proveniente da coltivazioni nello standard del commercio equo solidale. Il cucchiaino può essere immerso direttamente nell’acqua per realizzare la bevanda e per mescolarla, non contiene morsetti metallici o altri materiali chimici o nocivi. Il materiale di base è realizzato con fibre vegetali e al 100% senza plastica anche nel rivestimento; la bustina utilizza fibra vergine da cotone coltivato biologicamente, garantendo la stabilità del cucchiaino durante l’infusione in acqua calda. La colorazione avviene con ingredienti naturali, tutto il processo e il materiale sono brevettati.

Il cucchiaino è stato inventato da un giovane imprenditore tedesco, Jochen Gabler, che lo ha sviluppato per oltre cinque anni. Ha contattato settecento potenziali fornitori per creare la giusta combinazione di componenti per il cucchiaino e creare un materiale che potesse essere validato per uso alimentare, biodegradabile, flessibile, personalizzabile con un logo aziendale o un messaggio particolare e allo stesso tempo sopportare la temperatura di ebollizione dell’acqua senza sciogliersi o ammorbidirsi. Le vendite sono cresciute del 1.000% dal 2017 al 2018.

Il cucchiaino viene fornito con tre diverse varianti di tè (tè nero alla vaniglia, tè verde allo zenzero e limone, tè alle erbe). In prospettiva, lo stesso sistema potrà essere utilizzato per preparare caffè, cioccolato o minestre.

Il cucchiaio può essere completamente personalizzato con apposizione di loghi aziendali o messaggi, anche in questo caso senza il ricorso a processi chimici o nocivi per l’ambiente. E’ disponibile solo per il mercato delle aziende, che possono metterlo a disposizione dei dipendenti per una pausa caffè in ufficio, nelle aree reception o come gadget greeen personalizzato per lanci prodotto, fiere ed eventi corporate.

Noemi

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