Mediobanca, patto di sindacato in bilico

Dopo quasi vent’anni dal suo ingresso, Vincent Bolloré (nella foto) annuncia l’uscita dal Patto di sindacato di Mediobanca, provocandone lo scioglimento anticipato rispetto al periodo previsto di fine 2019.

Attraverso la controllata Financière du Perguet, titolare di 69,7 milioni azioni corrispondenti al 7,9% del capitale, Bolloré ha infatti comunicato con una lettera al presidente del Patto la disdetta anticipata. Con l’uscita annunciata dal finanziere francese, e quella di Italmobiliare annunciata martedì scorso (per lo 0,98%) la quota del Patto arriva a 19,59%, cioè sotto il 25%, quota minima di sopravvivenza dell’accordo, e di conseguenza sarebbe destinato a sciogliersi.

Secondo le prime indiscrezioni riportare dalle agenzie, “si va verso una consultazione dei soci per valutare la situazione”. Il Patto è comunque valido fino a fine 2018 e i soci avranno ora tre mesi di tempo per avviare consultazione e trovare un nuovo assetto. Gli altri principali azionisti del Patto sono UniCredit con l’8,4%, segue poi il gruppo Mediolanum (3,28%), che ha già ribadito di voler rimanere nel Patto fino alla scadenza naturale del prossimo anno, ed Edizione con il 2,1%. Proprio oggi si tiene la riunione del Patto di sindacato.

Nel dettaglio dell’uscita di Bolloré, la comunicazione spiega che, “dopo quasi vent’anni di adesione all’accordo, la scelta è collegata al crescente impegno finanziario del gruppo Bolloré in Vivendi (la cui quota è cresciuta nell’ultimo anno dal 20,6% al 26,2%) e all’obbiettivo di utilizzare con maggiore flessibilità i suoi asset”.

Il Gruppo Bolloré precisa inoltre “l’intenzione di mantenere in portafoglio la partecipazione, seppur al di fuori dell’Accordo, ed esprime soddisfazione per gli eccellenti risultati conseguiti dal gruppo Mediobanca, convinto sostegno all’attuale strategia e pieno supporto al suo management”.

 

Noemi

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