Mercato in fermento per i Cir
Lo spauracchio della politica economica italiana, da sette anni a questa parte, è sempre lo stesso: lo spread (cioè il differenziale tra il rendimento fra i titoli di Stato italiani, Btp, e quelli tedeschi, Bund).
Questo indice incide sul livello di fiducia verso il nostro Paese e a determinarlo è l’attività di investitori più o meno speculativi, più o meno interessati alle sorti dell’Italia, che negoziano i nostri titoli di Stato in base a movimenti di portafoglio tattici. Fatto sta che dall’insediamento del governo di Giuseppe Conte lo spread è stato altalenante, raggiungendo picchi di quasi 300 punti, il che significa che gli investitori vendono Btp e Bot sulla scia di una generale (anche se per ora intermittente) sfiducia nel nostro Paese. Tra maggio e giugno 2018, per dare qualche cifra, la quota di titoli in mano a investitori stranieri è diminuita di circa 35 miliardi. Per Unicredit giugno è stato uno dei maggiori deflussi mensili dalla crisi del 2011. Per ovviare a questo problema il governo Lega – 5 Stelle è a lavoro dall’inizio dell’estate su un nuovo progetto: i Cir, sigla che sta per Conti individuali di risparmio.
Lo strumento è stato annunciato a più riprese dal sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri e realizzato con i consulenti Pietro Bracco, dello studio Puri Bracco Lenzi, sul fronte fiscale, e Bepi Pezzulli, of counsel di Simmons & Simmons e presidente del comitato Select Milano, su quello finanziario. Rivolti esclusivamente alle famiglie italiane, i Cir puntano ad attingere alla grande quantità di risparmio nazionale (oltre 5 miliardi di euro) per creare una base solida di investitori in titoli di Stato a lungo termine. E ridurre la quota oggi in mano a quegli investitori potenziali fautori di attacchi speculativi o corse alla vendita, cioè circa 780 miliardi di euro di titoli tricolore.
FINO AL 10%
A fine 2017, stando ai dati Bankitalia, le famiglie avevano in mano solo il 6% di questi Btp, cioè qualcosa come 100 miliardi sul totale del debito pubblico negoziato. Le restanti percentuali di titoli di Stato italiani erano in capo alle banche domestiche per il 15% (dai 17,5% del 2016) e per il 34% circa in mano agli investitori stranieri.
Nello stesso periodo la quota di titoli pubblici detenuta dalla Banca d’Italia è ulteriormente salita al 19,1% (dal 14,4% del 2016) mentre assicurazioni e fondi comuni di diritto italiano hanno una quota pari rispettivamente al 15,2 e 2,7%. Replicando per i Cir le stime per i prossimi tre anni fatte da Intermonte sim per i Pir (una raccolta di 60 miliardi entro il 2021), gli italiani potrebbero arrivare quasi a raddoppiare il loro peso tra i creditori dello Stato, superando il 10%. Inoltre, ha detto Siri, «se riuscissero ad assorbire un quinto delle emissioni annuali, in cinque anni i Cir riporterebbero all’Italia il 60-70% del debito ora detenuto all’estero».
INCENTIVI E RENDIMENTI
Ma come funzionano questi Cir? In pratica ogni persona fisica può aprire presso una banca o un intermediario finanziario questo conto di risparmio attraverso il quale può acquistare Btp in aste dedicate al retail. L’incentivo all’acquisto è duplice: le cedole sono totalmente esentasse (oggi un Btp è tassato al 12,5%) e c’è un credito di imposta, variabile dall’1,5% al 3,5%, sulle somme utilizzate per l’acquisto dei bond.
Entrambi i bonus sono riservati a chi vincola l’investimento fino alla scadenza dei titoli. Inoltre, i Cir sono esclusi da pignoramenti e sequestri e da imposte di donazione o successione, a patto che le somme restino vincolate per almeno 18 mesi. Il tetto all’investimento è fissato a 30mila euro l’anno e a 900mila euro complessivi per Cir, per evitare che lo strumento sia abusato dai titolari di grandi patrimoni. Il prodotto è inoltre pensato per evitare che costi di gestione eccessivi possano erodere il beneficio fiscale. Unico costo per i sottoscrittori sono infatti le spese di amministrazione, gestione e consulenza che stando al testo non potranno superare lo 0,15% dell’investimento. Altra particolarità di questi conti rispetto ai Pir, poi, è la presenza di quattro forme diverse…
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