Monografie: il “nuovo mondo” secondo Anna Tavano
di eleonora fraschini
La percentuale di donne che ricoprono posizioni apicali del mondo delle banche è ancora bassa: «è necessaria una vera e propria evoluzione culturale che metta al centro la parità di genere»
Con un modo di dire forse un po’ abusato, possiamo affermare che in Italia le donne nel mondo della finanza e, soprattutto, nelle posizioni apicali degli istituti di credito, si contano sulle dita di una mano.
In un parterre di nomi maschili spicca quindi quello di Anna Tavano (nella foto), che ricopre il ruolo di head of global banking Continental Europe presso HSBC. Oggi il suo lavoro la porta a vivere tra Milano e Parigi, ma sua esperienza è iniziata nella sede londinese di una grande americana, in cui è cresciuta per circa un ventennio. Nel dicembre 2018 è poi passata all’istituto di credito britannico, inizialmente con il ruolo di head of global banking Italy, dove ha ricoperto incarichi di crescente importanza. Dedizione, resilienza e capacità di lavorare sotto pressione sono tra le qualità che le hanno permesso di diventare una delle pochissime donne in Europa a ricoprire un ruolo apicale nel mondo della finanza, anche se, con tempo, ha capito che «il successo non si basa solo sulle competenze tecniche o sulla capacità di lavorare duramente. La vera chiave, soprattutto in posizioni di leadership, è la capacità di innovare, avere una visione strategica, motivare e ispirare i team».
Conosciamo bene il suo percorso professionale di successo. Ci può raccontare invece cosa è avvenuto prima, perché ha deciso di iscriversi alla facoltà di Economia e come è iniziata la sua carriera?
Sono nata in una famiglia di imprenditori e fin da bambina il mio desiderio era diventare “il dottore delle aziende” con l’obiettivo di risolvere i loro problemi e aiutarle a crescere, dedicandomi a quella che poi ho scoperto essere la consulenza strategica e finanziaria. Dopo la maturità, mi sono trasferita a Roma per studiare Economia. Una volta laureata ho lavorato per un breve periodo presso uno studio di commercialisti, ma ho capito in fretta che non era la mia strada: volevo occuparmi di finanza. Mi sono resa conto di dover superare un ostacolo: la lingua inglese. Ho deciso, quindi, di impararlo direttamente a Londra e mi sono trasferita lì dove è iniziata la mia carriera, in una prestigiosa banca d’affari americana. Questa tappa ha rappresentato un passaggio fondamentale nel mio percorso personale e professionale. Per anni ho lavorato duramente, quasi senza sosta: il mondo della finanza era (ed è) un ambiente molto competitivo. Ma anche stimolante.
Che cosa le ha insegnato questa esperienza?
Qui ho imparato l’importanza di amare quello che si fa, di lavorare divertendosi. E ho compreso fino in fondo il significato di dedizione, resilienza, capacità di lavorare sotto pressione. Con il tempo, però, ho capito che il successo non si basa solo sulle competenze tecniche o sulla capacità di lavorare duramente. La vera chiave, soprattutto in posizioni di leadership, è la capacità di innovare, avere una visione strategica, motivare e ispirare i team. È cruciale anche comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri, creando un ambiente di lavoro positivo e produttivo. Fondamentale poi creare relazioni basate sulla fiducia con i clienti. Ho così compreso quanto sia importante l’intelligenza emotiva. Tutto questo rappresenta per me la formula vincente per eccellere nel settore finanziario e in qualsiasi posizione di leadership. Queste sono le qualità che cerco di coltivare in me stessa e di incoraggiare nei miei team.
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