Mps avvia il piano di ristrutturazione con Lazard, Mediobanca e Kpmg

Via libera dalla Commissione europea al nuovo piano di ristrutturazione 2017-2021 di Monte dei Paschi, nel contesto della ricapitalizzazione precauzionale dell’istituto toscano.

Nell’operazione la banca è assistita da Lazard e Mediobanca in qualità di advisor finanziari nell’ambito della Ricapitalizzazione Precauzionale e della cessione dei crediti in sofferenza per 26,1mld nel contesto del Piano di Ristrutturazione. KPMG Corporate Finance in qualità di advisor industriale per l’operazione di cessione delle sofferenze. Per Kpmg è a lavoro un team coordinato da Domenico Torini, Associate Partner KPMG Corporate Finance

Lazard agisce con un team composto dai managing director Massimo Pappone (nella foto) e Giacomo Liberti, il director Antonio Ruozi e Giacomo Giocoladelli e Chen Chengxue.

Il piano, che prevede il raggiungimento di un utile netto superiore a 1,2 miliardi, si basa su una ricapitalizzazione da 8,1 miliardi di cui 5,4 di aiuto pubblico e farà entrare nel capitale il Tesoro già da luglio. Lo Stato avrà una quota iniziale tra 53-54%, destinata a salire al 70% indicato dal ministro Pier Carlo Padoan, dopo l’acquisto delle azioni derivanti dal burden sharing degli obbligazionisti junior retail. Il resto dell’azionariato sarà composto dagli attuali azionisti, diluiti al 2-4%, e dalle azioni rivenienti dalla conversione delle obbligazioni subordinate.

Inizialmente questi azionisti, tra cui Generali che ha un bond subordinato di 400 milioni, avranno una quota del 43-44% che poi calerà in relazione alle adesioni al ristoro dei circa 40.000 subordinati retail, stimato fino a 1,5 miliardi. Alla fine Generali avrà una quota importante, ha detto il ceo Marco Morelli  senza dare cifre.  

Il piano incorpora le richieste della vigilanza incluse nella Srep decision 2017, i risultati dell’ispezione della BCE recentemente conclusa e gli impegni assunti verso la Commissione europea. Mps punta ad avere nel 2021 Cet1 al 14,7%, rapporto crediti/depositi inferiore a 90% e “liquidity coverage ratio” sopra 150%.

Nel corso della conference call, Morelli ha escluso che il management abbia piani alternativi per un merger e ha detto di essere concentrato nell’attuazione del programma di rilancio concordato con Bruxelles, che prevede inoltre l’uscita dello stato entro il 2021. Sono in corso colloqui con la Consob per riportare in Borsa il titolo, con una decisione che dovrebbe avvenire probabilmente nella seconda metà di settembre, ha detto Morelli.

Cartolarizzazione delle sofferenze
Il piano prevede inoltre la dismissione di 28,6 miliardi di sofferenze lorde. Di questi, verranno cartolarizzati 26,1 miliardi di crediti ceduti ad Atlante 2 al 21% con un prezzo di cessione di circa 5,5 miliardi.

Il valore netto contabile delle sofferenze cedute al 31 dicembre 2016 è di circa 9,4 mld e la differenza con il prezzo di cessione, pari a circa 3,9 miliardi, “verrà contabilizzata nel primo semestre 2017 e il deconsolidamento del portafoglio cartolarizzato è atteso entro giugno 2018”, spiega una nota. Entro dicembre 2017 avverrà il trasferimento del portafoglio alla società veicolo. Nell’arco del piano è poi prevista anche la cessione di crediti unlikely to pay per 4,5 miliardi.

Riduzione personale e filiali
Il piano di ristrutturazione prevede una decisa azione sui costi con riduzione di personale di 5.500 unità senza licenziamenti. Fra gli impegni presi, il tetto agli stipendi del top management, con lo stipendio di Morelli e di altre cinque prime linee bloccato da oggi a 466.000 euro lordi fino a che resteranno in essere gli aiuti di stato. Entro il 2021 il ridimensionamento porterà a 4.800 uscite coperte attivando il Fondo di solidarietà, 450 uscite legate alla cessione/chiusura di attività, 750 uscite derivanti da turnover fisiologico e circa 500 nuove assunzioni.

Questo piano di uscite avrà costi straordinari per circa 1,15 miliardi nell’arco del piano. La ristrutturazione dei costi prevede anche la riduzione delle filiali a circa 1.400 nel 2021 dalle 2.000 del 2016. Altre spese amministrative, secondo il piano, scenderanno del 26% a meno di 600 milioni nel 2021 da circa 800 milioni nel 2016.

 

Noemi

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