Mps chiude il contenzioso con Nomura sul derivato Alexandria
Nuovo capitolo dell’operazione nota come “Alexandria” sui derivati di Banca Monte dei Paschi di Siena. Ma stavolta siamo molto più vicini alla parola fine.
La banca ha infatti ha raggiunto un accordo transattivo con Nomura che chiude un litigio portato avanti a colpi di cause in Tribunale, uno a Firenze e uno a Londra, dal 2013 e di conseguenza anche il controverso contratto-capestro sottoscritto nel 2009 e strutturato fino al 2034 (per un investimento in Btp in asset swap da 3 miliardi di euro finanziato con un Long Term Repo di pari durata).
L’accordo raggiunto prevede dunque un esborso effettivo a carico della banca italiana pari a 359 milioni, con uno sconto di 440 milioni in base al pricing condiviso della transazione, perché infatti, rende noto l’istituto toscano, la chiusura anticipata della posizione complessiva (rappresentata da Btp, Long Term Repo, Interest Rate Swap e Liquidity Facility) avrebbe comportato un esborso di 799 milioni.
Sotto il profilo patrimoniale, l’accordo determina, rispetto ai dati al 30 giugno 2015, un impatto stimato positivo di circa 70 punti base in termini di common equity Basilea 3 full application e di circa 56 punti base su base transitional.
Per quanto riguarda la banca nipponica, sul bilancio del secondo trimestre, la transazione avrà un impatto negativo di 34,5 miliardi di yen. In un comunicato, il gruppo ha sottolineato che nel complesso era nel suo interesse transare e chiudere. E aggiunge: «La società ritiene che le transazioni siano state condotte legalmente e appropriatamente. Non accetta addebiti contro di essa e non ammette alcun comportamento errato in relazione al settlement». Sempre nell’ambito dell’accordo, Nomura consegnerà a Mps, a valori di mercato, un portafoglio composto prevalentemente da Btp in asset swap di durata finanziaria medio-lunga per circa 2,635 miliardi di valore nominale. La differenza tra il carry del vecchio portafoglio e quello nuovo è positiva per circa 40 milioni annui da oggi. Viceversa, l’impatto one-off a conto economico è negativo per Mps per circa 130 milioni (circa 88 milioni al netto delle imposte).
La chiusura del contenzioso «ci offre la possibilità di guardare avanti con maggiore tranquillità continuando l’attività di rafforzamento e rilancio della banca», commenta l’ad Fabrizio Viola. La chiusura dell’operazione «genera impatti positivi anche su altri profili regolamentari: viene, infatti, a cadere ogni rischio di potenziali violazioni della regola prudenziale dei grandi rischi, oltre a venir meno la volatilità prospettica del patrimonio di vigilanza dovuta al trattamento prudenziale della riserva Afs collegata all’operazione, che viene cancellata dal bilancio in conseguenza del presente accordo transattivo», si legge nella nota.