Muzinich & Co. chiude un fondo di debito a 706,5 milioni, focus anche sull’Italia
Muzinich & Co. ha siglato il closing di un fondo paneuropeo di debito di 706,5 milioni di euro che investirà nella crescita delle piccole e medie imprese attraverso lo strumento del private debt anche in Italia.
Il fondo allocherà il capitale sotto forma di prestiti senior, unitranche, mezzanine, junior e con l’opzione per alcuni investimenti in equity, con l’obiettivo di finanziare la crescita, le acquisizioni e l’espansione internazionale.
I destinatari dei finanziamenti, che avranno una durata compresa tra i cinque e gli otto anni, sono imprese meritevoli di dimensioni medio-piccole che generano un EBITDA di 3-20 milioni di euro, dislocate oltre che in Italia anche in Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Scandinavia, Benelux, Iberia e Irlanda, le quote da destinare non sono però definite rispetto ai singoli paesi.
La strategia del fondo riproduce l’approccio specifico per Paese e con focalizzazione sulle piccole e medie imprese che Muzinich & Co. ha adottato da quando è entrata nel mercato del private debt in Europa nel 2014. La società, che per questo nuovo veicolo pan-Europeo aveva un target di investimento compreso tra 500 e 700 milioni, aveva realizzato un primo closing del fondo per 180 milioni di euro nel 2018, poi ampliato a seguito della forte domanda da parte degli investitori.
In Italia, Muzinich & Co. opera attraverso il fondo Muzinich Italian Private Debt Fund, focalizzato su finanziamenti per le PMI in crescita e con una dotazione di 286 milioni di euro e attraverso il Fondo di Credito Diversificato per le Imprese promosso da Springrowth SGR SpA (controllata al 100% dalla Muzinich & Co.), lanciato a fine 2018 con una dotazione iniziale di 210 milioni di euro e rappresentante la prima iniziativa italiana operante all’interno del programma “Diversified Loan Fund” sponsorizzato dal FEI.
George Muzinich (nella foto), fondatore, Presidente e ceo di Muzinich & Co. ha parlato, in occasione di un incontro organizzato con Borsa Italiana, di “visione strategica di lungo termine” sull’Italia, che va oltre la fase di incertezza e di recessione. Anzi, “possiamo aggiungere valore laddove le banche fanno un passo indietro. Crediamo nelle prospettive di crescita di lungo termine dell’Italia”.