Ok dall’Ue all’intergrazione delle reti Inwit e Vodafone
Via libera dalla Commissione Europea all’integrazione delle infrastrutture passive di rete di Inwit e Vodafone Italia.
L’ok dell’Ue è arrivato pochi giorni fa e da il via alla seconda più grande towerco quotata in Europa, con un portafoglio di oltre 22.000 torri. “A seguito di un confronto costruttivo con la Commissione Europea, TIM e Vodafone hanno assunto impegni volti a favorire l’accesso all’infrastruttura passiva di Inwit a tutti gli attori sul mercato, per cui Inwit renderà disponibile spazio a terze parti su 4.000 delle sue torri nei centri a maggiore urbanizzazione, mantenendo invariati i contratti di locazione in essere”, si legge nella nota di Tim.
L’accordo di condivisione degli apparati attivi – per rispettare le condizioni importa dall’Ue – escluderà i comuni con popolazione superiore ai 100mila abitanti, così come i dintorni più densamente popolati. Per effetto dell’integrazione – approvata con il 99,9% dei voti dagli azionisti di minoranza di Inwit e il cui completamento è atteso per la fine di marzo – Vodafone incasserà 2,1 miliardi, come annunciato a luglio 2019, e Vodafone e TIM controlleranno ciascuno il 37,5% di Inwit.
Inwit pagherà un dividendo straordinario di 0,5936 euro per ciascuna delle azioni ordinarie della società in circolazione post fusione, come già deliberato dall’assemblea Inwit il 19 dicembre scorso. Il perfezionamento dell’integrazione societaria entro la ‘record date’ del 19 maggio prossimo comporterà un dividendo ordinario Inwit per il 2019 (proposto all’assemblea Inwit del 6 aprile prossimo) pari a 0,132 euro per azione.
In seguito Tim e Vodafone scenderanno al 25%. A gennaio infatti, le due società avevano inviato ai potenziali investitori i teaser per vendere una parte della loro quota in Inwit. L’obiettivo è cedere il 25% del gruppo a uno o più partner finanziari, una volta completata l’integrazione in un solo gruppo delle rispettive torri di telefonia mobile in Italia. Advisor dell’operazione sono Banca Imi, Bank of America, Goldman Sachs e Ubs.
Stando alle ultime indiscrezioni riportate a fine febbraio da Il Messaggero, in pole per un’esclusiva ci sarebbero Ardian, che fa da capofila a una cordata composta anche da Predica e Canson Capital Partners, fermo restando l’interesse per la partita di altri giocatori fra i quali F2i, KKR e l’Abu Dhabi Investment Authority. Un pool di banche tra cui Unicredit, Intesa, Mediobanca, Nomura e Santander sta lavorando al finanziamento.
Resta da capire se ed eventualmente per quanto tempo l’epidemia di coronavirus fermerà i lavori.