Palladio compie 40 anni e vara la fase due

Un anniversario è spesso l’occasione per fare il punto della situazione, ripensare a ciò che è stato fatto fino a quel momento e organizzarsi per il futuro. È un po’ ciò che ha fatto anche Palladio Holding, la società di investimento guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago (nella foto da sx).

Nell’anno in cui il gruppo compie quaranta anni di attività, i due manager hanno rafforzato la propria posizione acquisendo per 100 milioni di euro le quote della holding in mano a Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e passando così dal 33 al 55% della società. «Si tratta di una riorganizzazione importante che riguarda aspetti interni, quindi procedure e processi, che però si pone in continuità con quanto fatto finora», spiega Drago a MAG, che aggiunge che dietro a questa scelta «c’è la volontà di iniziare con il ricambio generazionale all’interno della nostra società». L’obiettivo è quello di «posizionarci come investitore che cerca belle aziende con prospettive di sviluppo e di cui intendiamo supportare la crescita, sperando di riuscire ad attivare co-investimenti mirati per coinvolgere più investitori».

Il nuovo assetto, elaborato con i consulenti di Bcg, prevede la distinzione delle attività di investimento (oltre a quelle di advisory con Palladio Corporate Finance e nello shipping con VSL) in due piattaforme: Vei Green, dotazione di circa 100 milioni, dedicata alle energie rinnovabili e ai non performing loans che è guidata da Enrico Orsenigo, 46 anni, ex manager Edison e un passato da banker in Bnp Paribas e Rbs; e Vei Capital, divisione da 300 milioni, destinata a investimenti in private equity affidata Nicola Iorio, 41 anni, un passato in PwC e dal 2006 manager di Palladio. In totale si tratta dunque di 400 milioni disponibili per investimenti, che saranno veicolati nel mercato delle small e mid cap.

 

Dal green field agli npls

Sul fronte dell’energia e del cleantech, dopo aver ceduto a inizio 2018 ForVei, la joint venture nel fotovoltaico tra Vei Green e Foresight, a Erg per 336 milioni, Palladio agisce ora attraverso la seconda jv ForVei II, di cui è stato annunciato il primo closing a 90 milioni con obiettivo a quota 120 milioni. Tra i sottoscrittori della prima ora c’è anche la cinese Nws, conglomerata che fa capo alla famiglia Chow Tai Fook di Hong Kong. Dal lancio, ForVEI II ha già chiuso i primi investimenti in Puglia e Sicilia, per un totale iniziale complessivo di circa 3 MW. A cambiare, come si può vedere da questo primo deal, è la size delle operazioni: «Intendiamo guardare deal di taglio più piccolo, anche di qualche megawatt, – spiega Drago – in quanto lì vediamo uno spazio di mercato e maggiori opportunità. Nelle operazioni medie o grandi la competizione è diventata troppo elevata. Il mercato si è consolidato attorno ad attori di grandi dimensioni e quindi c’è meno spazio per realtà come la nostra». La strategia, aggiunge, «è quella di acquisire piccoli portafogli e poi creare massa critica per rendere questi asset appetibili anche ai grandi colossi del settore. È un lavoro certosino ma è l’unico che vediamo per portare a casa un rendimento significativo per noi e i nostri investitori».

Quanto alla tipologia, «guardiamo anche a operazioni cosiddette green field, quindi nuovi progetti da realizzare, e non soltanto brown fields, facendoci quindi carico di tutto il progetto, dalla fase di autorizzazione fino agli allacciamenti». Questo «in virtù del know how e delle capacità che Orsenigo e il suo team di cinque persone – ingegneri, esperti di project finance, analisti – hanno e che consente loro di prendersi in carico anche operazioni che hanno un rischio più elevato ottenendo si presume ritorni più elevati». Attenzione anche alle operazioni distressed, quindi non perdorming loans o utp, legati cioè «a quei progetti avviati da altri che però hanno avuto dei problemi ad esempio a livello tecnico o autorizzativo». Drago non esclude accordi di partnership con qualche banca: «Delle opportunità ci sono, le stiamo valutando assieme a qualche istituto di credito.

Noi siamo portatori di un know how specifico e per questo possiamo aiutarli per gestire queste situazioni e mantenere attivo quell’investimento anche eventualmente fornendo nuove risorse per farlo tornare in bonis».

Per il momento – «almeno per i prossimi 24 mesi» – l’attenzione sarà concentrata sull’Italia, un mercato che è «molto cambiato, soprattutto per via della rimozione degli incentivi statali che ha portato a un abbassamento del costo complessivo di istallazione di un impianto fotovoltaico o eolico».

Per Vei Green l’obiettivo, a tendere, «è non solo d’investire in impianti che producono energia da fonti rinnovabili, green o bronw field, ma anche di guardare a investimenti nel settore dell’efficienza energetica di edifici pubblici o privati, un settore in cui vediamo un forte bisogno di capitali e un grande interesse da parte degli investitori». Family office in particolare ma, in prospettiva, «anche fondazioni, enti di previdenza e assicurazioni, che sono i naturali investitori per questo tipo di iniziative, cioè quelli che cercano poca volatilità, capacità di ricevere ogni anno un buon dividendo e con un rendimento adeguato». Su questo fronte, aggiunge, «il nostro obiettivo è fornire rendimenti vicino all’8-10%».

 

Spac e Co-investimenti

L’altro braccio di Palladio continuerà a essere quello private equity. In questa partita il team di Iorio, circa una decina di persone, dispone di più assi nella manica: 300 milioni, considerando 50 milioni di liquidità disponibile e le risorse che arriveranno dalle dismissioni che realizzerà Vei Capital. La spa, fondata nel 2010 e con scadenza prevista nel 2020 – prorogabile fino al 2023 – ha investito tutte le risorse a disposizione in sette società: Rina, Finproject, Ileventy, Costa Edutainment e Fila, dove ha quote di minoranza e Tch Cimos e Malterneri, società attiva nei porti di Livorno e Monfalcone, dove invece ha quote di maggioranza. A queste si aggiunge Cogeme, società che produce componenti per motori che faceva parte di un gruppo quotato in Borsa finito in una procedura concorsuale. «Abbiamo inizialmente rilevato la parte sana del gruppo Cogeme per poi aggiudicarci l’intera azienda e ora siamo in una fase espansiva». Attualmente il veicolo si occupa di gestire queste partecipazioni «fino al momento in cui riteniamo opportuno uscire attraverso la vendita o la quotazione. Stiamo già lavorando su due – tre dismissioni che intendiamo chiudere quest’anno o al massimo all’inizio del prossimo».

Altri investimenti sono stati fatti anche direttamente tramite Palladio. Tre nel dettaglio: il 52% per meno di 10 milioni di Evergreen Life Products, che produce integratori alimentari, il 75% di Unigasket, azienda che produce guarnizioni per l’automotive, e il 30% in partnership con Amundi nel 2018 di Rcf, società che realizza sistemi professionali di amplificazione, attraverso il quale il fondo ha realizzato già due acquisizioni e che ha avviato, assieme con Goldman Sachs, Bnp Paribas, Banca Imi quali global coordinator e Lazard e Chiomenti quali advisor, l’iter per la quotazione sul segmento Star prevista idealmente tra il 2019 e il 2020.

Gli investimenti diretti sono rivolti a realtà con dimensione dai 20 ai 50 milioni, anche in situazioni di difficoltà, per tutto ciò che è sopra c’è la spac…

 

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Noemi

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