PIONEER, UNICREDIT SCEGLIE SANTANDER

Alla fine Unicredit ha deciso. Il partner di Pioneer è Banco Santander e i suoi alleati nei fondi, ai quali il Cda ha deciso di cedere entro novembre il 66%, più del previsto 50%. Lo ha annunciato l'amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni (nella foto) in conferenza stampa dopo la riunione del Cda. L'offerta del Santander è stata preferita, a quella dei private equity britannici Cvc-Gic e Advent. Al colosso basco andrà il 33% del capitale, mentre un altro 33% sarà diviso tra Warburg Pincus e General Atlantic, due fondi alleati degli iberici i quali «come accade sempre, usciranno, probabilmente tramite ipo, e a quel punto resterà una società quotata con due soci paritetici, Unicredit e Santander», ha aggiunto l'ad. Nell'operazione Unicredit è stata seguita dagli advisor Morgan Stanley e Merrill Lynch, mentre la banca di Ana Botin da Ubs.

La nuova società «nasce grazie a una base geografica e di business invidiabile» e le due realtà originarie sono «perfettamente integrabili"», ha sottolineato ancora il banchiere, parlando di «un progetto industriale che non si ferma con questa potenziale integrazione, ma che va avanti nel tempo». Per il futuro, la strategia prevede una crescita nel segmento istituzionale.

Con Santander Unicredit ha trovato «un'opportunità industriale» per la controllata Pioneer e «anche il prezzo offerto» dal gruppo spagnolo «era migliore rispetto a quello dei private equity» – si parla di valutazioni attorno ai 2,5 miliardi per l'intera Pioneer – che si erano fatti avanti per una partnership con la società di asset management di Unicredit. Continua Ghizzoni: «Eravamo partiti anche con l'ipotesi di un private equity, poi nel tempo si e' sviluppata sempre di più l'opportunità industriale rappresentata da Santander e gradualmente abbiamo fatto nostra questa idea: la decisione di dare preferenza a un partner industriale ci porterà, se le cose si concluderanno positivamente, alla creazione di una societa' con 350 miliardi di euro di masse gestite, tra le prime 15 in Europa e tra le prime 25-30 al mondo».

Noemi

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