Proroga di due anni per le Gacs, le novità del decreto Brexit

L’incertezza determinanta dalla Brexit porta il governo italiano a correre ai ripari per salvare gli investimenti e permettere alle banche britanniche con sedi nel nostro paese a operare. Sul tavolo di Palazzo Chigi c’è una bozza di decreto volta a garantire la stabilità e integrità del sistema finanziario dopo il divorzio tra Regno Unito e Unione europea.

Punto centrale del provvedimento è una nuova proroga di due anni per le Gacs, le garanzie statali sulla cartolarizzazione delle sofferenze varate nel 2016, provvedimento volto ad agevolare il processo di de-risking sugli npls e dare impulso all’immissione sul mercato di crediti deteriorati. La misura dovrà essere approvata, dopo il passaggio in Consiglio dei ministri, anche dalla Commissione europea, che dovrà accertare che la proroga non costituisca un aiuto di Stato alle banche. Per questo la bozza prevede l’innalzamento del livello minimo di rating per i titoli senior oggetto della garanzia, da BBB- a BBB.

Le Gacs in vigore hanno scadenza a marzo, l’estensione di due anni coprirebbe il periodo di transizione per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, attualmente previsto il 29 marzo ma su cui potrebbe essere deciso un rinvio, un posticipo che, stando all’annuncio di oggi della premier britannica Theresa May, non sarà a lungo termine, anche per non incidere sulle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo di fine maggio.

Prevista, nella bozza del decreto, anche una proroga di 18 mesi dall’avvio della Brexit per le banche inglesi, che potranno continuare così a operare in Italia anche dopo l’uscita dal gruppo dei 28 membri.

Nel 2019 le immissioni sul mercato di npl hanno interessato titoli per circa 50 miliardi. Nel Report market watch di Banca Ifis si evidenzia che tra 2016 e 2018 in Italia sono stati ceduti circa 155 miliardi di crediti deteriorati.

 

Noemi

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