PwC: “Per 3 investitori su 4 stop al non-ESG entro 2 anni”

La virata è netta. E probabilmente sarà definitiva: secondo lo studio “2022- The growth opportunity of the century” realizzato da PwC, gli investimenti fondati sui criteri ESG (environmental, social and governance) tenderanno nel giro dei prossimi due anni a monopolizzare il mercato europeo degli investimenti.

Il dato che più salta all’occhio è senza dubbio che vede oltre il 75% degli investitori istituzionali europei intenzionato a interrompere completamente l’acquisto di prodotti non ESG entro i prossimi due anni. Una posizione quanto mai decisa, motivata di sicuro dalle sempre più frequenti evidenze tangibili di tutte le criticità che uno sviluppo non sostenibile e “conscio” porta su pianeta e società: basti pensare alle numerose catastrofi ambientali che hanno colpito svariate parti del globo negli ultimi mesi, o anche al rebus tuttora irrisolto della lotta al Covid-19 nei paesi più poveri.

Ma non solo: il trend che emerge univocamente dai dati di PwC è che le aziende che gestiscono proattivamente le tematiche ESG reggono meglio gli urti dei mercati e reagiscono con performance eccellenti rispetto ai competitor. Nel 2020, ad esempio, le imprese con i rating ESG più alti hanno mostrato anche rendimenti differenziali maggiori, nonostante la pandemia.

Come ha spiegato Francesco Ferrara, responsabile di PwC Italia delle attività di Corporate Social Responsability, a Genio & Impresa, “la prosperità del business è collegata alla sua capacità di adattarsi al contesto, valutandone i rischi e la loro evoluzione nel tempo, e di cogliere tempestivamente i segnali dai mercati.” I dati rappresentano dunque “una garanzia per il futuro”, non solo perchè favorisce, dati alla mano, la crescita e l’adattabilità delle aziende, ma anche perchè investimenti ESG-oriented attirano l’interesse delle nuove generazioni, intrinsicamente sensibili a queste tematiche.

Restringendo il campo all’Italia, Ferrara opera una distinzione importante: “I cda dei grandi gruppi sono sempre più consapevoli e sempre più «demanding» sui temi ESG nei confronti dell’AD e del management team. Dall’altro lato però, le pmi sono ancora restie ad un approccio proattivo e strategico al tema della sostenibilità, e specialmente le imprese familiari. Tuttavia, la flessibilità delle nostre imprese familiari rende possibile un rapido e organico spostamento” conclude.

redazione@lcpublishinggroup.it

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