Quindici regole d’oro per Arricchirsi con onore. Il manuale di Benedetto Cotrugli
Accade spesso che la storia ci aiuti a meglio interpretare e capire il presente. Ma che sia un “imprenditore” (allora un mercante) del 1400 ad aprire la strada a un “nuovo umanesimo imprenditoriale” e a sottolineare il ruolo fondamentale e la conseguente grande responsabilità sociale del “fare impresa” è un fatto curioso e sorprendente.
È quello che ci insegna Benedetto Cotrugli, mercante raguseo che nel 1458 scriveva quello che è considerato uno dei primissimi – se non il primo – “manuale di business”, il Libro de l’arte de la mercatura. Conosciuto finora solo nel ristretto mondo dell’accademia, il manuale è stato “riesumato” e reso fruibile a tutti in un volume edito da Rizzoli, intitolato Arricchirsi con onore, curato da Alessandro Wagner, con l’introduzione di Brunello Cucinelli e il supporto operativo di Fabio Sattin, fondatore di Private equity partners, e tradotto in inglese dall’Università Cà Foscari di Venezia.
Una lettura divertente, agile, unica e di una sorprendente modernità attraverso la quale Cotrugli delinea, per primo, i principi – etici, morali, finanziari- che dovrebbero essere alla base di ogni attività mercantile, e quindi imprenditoriale.
Nella sua riproposizione, Wagner ha sintetizzato i concetti espressi dal mercante ragusano in “quindici regole d’oro”, i passaggi più significativi ed emblematici del testo di Cotrugli facendone emergere l’incredibile modernità e attualità: dal ruolo economico e sociale dell’imprenditore alle regole della buona gestione e all’importanza della famiglia passando per i consigli per gestire il passaggio generazionale fino alle “ferree” regole etiche e comportamentali che devono caratterizzare l’agire del “mercante.
La mercatura, dice Cotrugli, in perfetta sintonia con lo spirito rinascimentale della sua epoca, se ben coltivata e correttamente praticata, non solo è molto utile, ma è necessaria, anzi indispensabile all’agire umano. È il vero motore del mondo. Ed è quindi la più nobile delle arti. “Ma mi accorsi subito”, continua il mercante, “che il mondo della mercatura è anche affollato di gente ignorante e sregolata, che agisce senza misura, senza ordine, senza legge. Per questa ragione mi sono ripromesso di scrivere e dare delle salutari regole a questa attività, e inquadrarla cosi nel suo giusto modo”.
I suggerimenti e le osservazioni di Cotrugli affrontano l’arte della mercatura a 360 gradi, a partire dalle caratteristiche del luogo dove svolgere l’attività mercantile: “Soprattutto – dice – le attività andrebbero avviate in luoghi in cui vi è certezza delle leggi ed in cui l’amministrazione della giustizia è rapida e efficiente”. Seicento anni fa, come oggi.
Ma la modernità di Cotrugli va al di là delle osservazioni più concrete. È di un’attualità straordinaria quando parla della gestione dei crediti (“paga i debiti ed impara ad incassare i crediti”) e delle note contabili (tieni una contabilità sempre precisa ed ordinata). E anche quando avverte: “fai in modo che i tuoi libri non siano ricchi e tu povero”. Difficile immaginare qualcosa che possa rappresentare in modo più schietto e diretto quella che è la genesi di uno dei mali peggiori del nostro sistema finanziario. Se le banche, tutte, italiane e straniere, avessero seguito i consigli di Cotrugli, forse oggi le cose sarebbero diverse. “Perché il credito”, ammonisce il mercante raguseo, “è di questa natura che, invecchiando, peggiora e, passato l’anno dalla scadenza, peggiora della metà, e cosi gradatamente. E tutti sanno dare la loro merce in credito, ma non tutti sanno riscuotere: questo è un compito che deve prevalere su ogni altro nel mercante e che va fatto con destrezza. E non lasciare invecchiare i debiti!”
Cotrugli affronta anche il delicato tema del passaggio generazione, che tanto impatta sul futuro delle nostre aziende, e mette in guardia: i figli sono i migliori eredi, ma solo se hanno davvero la stoffa per gli affari. Perciò “bisogna guardarsi particolarmente, quando si inizia a guidare un figlio, dal volgerlo all’attività mercantile, perché se il figlio fosse disposto per qualcos’altro, non avrebbe una vita prospera…e se non ritroviamo tale inclinazione (alla mercatura) lo dobbiamo volgere alla pratica cui è predisposto e non metterci a combattere contro la natura per vincerla e superarla, perché essa avrebbe la meglio!
La mercatura come stile di vita, come metodo di affermazione di sé ma tenendo ben presente il suo valore collettivo, con le dovute implicazioni che questo compito così importante per la società si riflettono sull’uomo-mercante. Di esempi e consigli il manuale ne offre moltissimi, così affascinanti e attuali quanto spesso dimenticati.