Rothschild a lavoro per la privatizzazione di Grandi Stazioni

Prende il via la procedura di privatizzazione di Grandi Stazioni, dopo la decisione, da parte del consiglio della società, di dividere le attività commerciali, media e pubblicitarie in Grandi Stazioni Retai, che viene ora interamente ceduta dagli azionisti Ferrovie dello Stato e Eurostazioni,  rispettivamente con in mano il 60 e il 40 per cento del gruppo.

La decisione prevede dunque il cambio di denominazione di Grandi Stazioni in Gs Rail, veicolo oggetto della compravendita, e anche la nascita di Gs Immobiliare.

Il primo passo consiste ora nelle manifestazioni di interesse che devono arrivare all’advisor Rothschild entro il 14 dicembre prossimo. Successivamente, raccolte le manifestazioni dei potenziali compratori, i quali, come da prassi, dovranno avere rispondere a requisiti tra cui un fatturato di almeno 500 milioni di euro annui e un patrimonio netto non inferiore ai 400 milioni, si dovrebbe arrivare a una prima selezione entro Natale in modo da consentire a un ristretto gruppo di candidati di accedere al piano industriale di Gs e formulare così, per fine gennaio, delle offerte non vincolanti.

Per metà marzo, dopo un secondo screening e l’apertura della data room per permettere la due diligence dei compratori scelti, si dovrebbe arrivare alle offerte vincolanti, con l’obiettivo di chiudere l’intera partita a primavera, intorno ad aprile 2016. 

Per il momento, la lista dei possibili interessati al dossie comprende fondi di private equity, quali ad esempio Blackstone, Bain, Cvc, Carlyle, Bc Partners, Cinven e Lone Star, operatori della grande distribuzione, come Lagardère e McArthurGlen, e del real estate (Klépierre e Unibal Rodamco).

Bisognerà ovviamente vedere chi, alla fine, tradurrà l’interesse in una proposta vera e propria. Gs Retail è un dossier molto appetibile se si considera che, dei 210 milioni di ricavi consolidati con cui si è chiuso il bilancio 2014, 110 milioni arrivano da questo comparto e, da qui al 2020, nel piano industriale messo a punto dall’ad Paolo Gallo, sono previsti 160 milioni di euro di nuovi investimenti per mettere a reddito altri 130mila metri quadri, di cui 20mila saranno avviati entro la fine del 2015. Senza contare i 330 milioni, garantiti dal Cipe, già messi in campo per completare le opere esterne agli scali ferroviari. E aumentarne così il valore.

Noemi

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