Salta l’aumento di capitale di Carige, vertici in trattative con le banche

Niente aumento di capitale per Banca Carige. È saltata infatti la costituzione del Consorzio di garanzia che avrebbe dovuto sostenere l’aumento di capitale da 560 milioni della banca guidata dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino (nella foto), il terzo dopo le puntate rispettivamente da 800 e 850 milioni degli anni scorsi.

A riferirlo è la banca stessa, che specifica che i vertici di Banca Carige, riuniti col cda straordinario nella mattinata e tuttora in corso, sono ora al lavoro per trovare una soluzione che possa rimettere in pista il consorzio di garanzia. Le trattative con le banche del consorzio, ossia Deutsche Bank, Credit Suisse e Barclays, sono in corso e a gestirle è lo stesso Fiorentino, al quale il cda ha affidato il compito di verificare “l’esistenza dei presupposti per il proseguimento del piano di risanamento” e “per una eventuale proroga dei termini dell’operazione”.

Il prezzo delle azioni per la ricapitalizzazione era stato fissato dalla banca in 0,01 euro per azione, con uno sconto sul Terp tra il 26 e il 27% e nella serata di ieri 15 novembre l’accordo con gli istituti che lo compongono è saltato a sorpresa. Ciò ha provocato lo stop all’aumento e anche la sospensione  del titolo in Borsa.

Prima dell’apertura dei mercati una nota di Carige ha spiegato che “nonostante l’ottenimento dell’autorizzazione da parte delle Autorità di vigilanza e i positivi riscontri ricevuti per l’acquisizione formale di manifestazioni di interesse e di specifici obblighi di garanzia da parte di nuovi investitori istituzionali, non si sono pienamente realizzate le condizioni per la costituzione del consorzio di garanzia ai fini dell’avvio dell’annunciato aumento di capitale da 560 milioni di euro della banca”.

 

Noemi

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