Salvabanche, Nicastro al vertice con gli obbligazionisti
Un incontro con i risparmiatori di tutte e quattro le banche “salvate” a fine anno (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti) per trovare un accordo per i risarcimenti e chiarire dubbi e perplessità. Così il presidente delle quattro nuove banche, Roberto Nicastro (nella foto), intende avviare i dialoghi con gli obbligazionisti, decidendo di estendere l’incontro, inizialmente coordinato solo con Banca Etruria, e fissandolo per domani 8 gennaio a Roma.
Al vertice ci saranno quindi anche gli altri amministratori e la consigliera indipendente Maria Pierdicchi in modo da affrontare in maniera più ampia la vicenda.
Già nei giorni scorsi Nicastro aveva lanciato segnali a favore degli obbligazionisti, chiedendo, fra le altre cose, di inserirli fra i beneficiari dei proventi derivanti dalle azioni di responsabilità avviate dai nuovi vertici verso gli ex amministratori. Un modo, questo, per evitare anche una fuga dei clienti (dei 12mila obbligazionisti oltre 10mila erano correntisti delle 4) e abbassare i toni dopo le manifestazioni di queste settimane davanti alle sedi degli istituti di credito.
Tuttavia, i tempi per gli indennizzi, va ricordato, sono ancora lunghi considerando che il decreto di novembre del governo prevede un esame della situazione delle quattro banche, affidato all’Anac, e che, stando a quanto afferma il numero uno dell’anticorruzione Raffaele Cantone in un’intervista, servirebbero due decreti: uno che fissi i presupposti per accedere agli indennizzi, l’altro che stabilisca la procedura e individui il coinvolgimento della camera arbitrale.
Nel dettaglio, i criteri per il rimborso dovrebbero essere delineati in modo da non configurarli come un risarcimento di danno e l’arbitrato sarà una sorta di ’corsia preferenziale’ rispetto a un parallelo eventuale procedimento civile. Il giudice, se dovesse essere in corso l’arbitrato, potrebbe infatti rimandare il procedimento al termine del percorso della camera dell’Anac.
Non si creeranno quindi precedenti giuridici sia perché l’ordinamento italiano non li contempla sia perchè appunto l’autorità valuterà ‘caso per caso’. Per non incorrere nel veto Ue sul ristorno quindi si tratterà piuttosto di alleviare le perdite di chi ha investito buona parte del proprio patrimonio nelle obbligazioni con meccanismi graduali a seconda del volume del risparmio.