Sofinnova, dal Covid una spinta agli investimenti in scienze della vita
Life sciences. Brutalmente traducibile con “scienze della vita”, l’espressione indica l’insieme delle attività economiche e delle tecnologie riconducibili alla ricerca medico-scientifica, e quindi un asset class di investimento. Sino all’inizio del XXI secolo gli investimenti in life sciences parevano relegati a una nicchia, una sorta di isola in cui si muovevano fund manager e investitori ibridi, un po’ medici o scienziati e un po’ esperti di finanza.
L’asset class aveva già guadagnato spazio negli ultimi vent’anni, ingrandendo l’isola, grazie alla crescente attenzione nei confronti della lotta contro i tumori e, più in generale, lo sviluppo di una farmacologia mirata e tecnologicamente complessa. L’esplosione della pandemia globale del coronavirus Covid-19 ha drammaticamente reso evidente l’importanza della ricerca scientifica e delle cure sanitarie e, di conseguenza, spinto flussi di investimenti verso le life sciences. Insomma, l’isola abitata da questi strani esseri ibridi, un po’ manager e un po’ medici, sta diventando bella grossa.
Sofinnova Partners è uno dei player più importanti in Europa nelle life sciences. Basata a Parigi, la società ha uffici a Londra e Milano, e conta su un team di circa quarantacinque professionisti. Dalla fondazione, nel 1972, Sofinnova Partners ha sostenuto oltre cinquecento aziende. Oggi gestisce oltre 2 miliardi di euro, suddivisi su più fondi e più strategie.
Graziano Seghezzi (nella foto) è managing partner di Sofinnova. A fine luglio ha coordinato l’operazione di investimento in Enthera, società biotech che sviluppa farmaci di ultima generazione per la cura di malattie autoimmuni. Bergamasco che vive a Parigi, il manager non nasconde che il dramma della pandemia, “fra tante cose brutte, almeno un aspetto positivo l’ha portato: l’attenzione alla sanità da parte di stati e governi”, che sta dirottando verso l’healthcare capitali importanti, ma puntualizza: “Agli investitori ricordo che i fondamentali non sono cambiati. Il rischio sottostante a questa tipologia di investimenti è sempre lo stesso; ciò che è cambiato è il contesto, ovvero sono aumentati i rischi in altri settori”….
Per proseguire nella lettura, scarica il numero 147 di Mag