Spaxs si presenta agli investitori e punta ai 300 mln di utile al 2023

In attesa di concludere a settembre la business combination con Banca Interprovinciale e selezionata gran parte della squadra di manager, Spaxs, la spac guidata da Corrado Passera, fissa gli obiettivi e le modalità per diventare “un player vincente nel settore bancario italiano”, ha detto Passera in conferenza stampa. A guidarla sarà lo stesso Passera nel ruolo di amministratore delegato, con Francesco Mele, che ha assunto la carica di Chief Financial Officer & Central Functions dopo un’esperienza come cfo del Gruppo MPS, con Andrea Clamer, che ha promosso Spaxs insieme a Passera, CHE guiderà la divisione npl, Enrico Fagioli Marzocchi quella dedicata alle pmi,  Carlo Panella con la responsabilità dell’information technology e la divisione retail. Rosalba Casiraghi è da confermare in assemblea quale presidente del cda.

L’obiettivo, in cifre, è quello di raggiungere un totale attivi pari a 7 miliardi di euro entro il 2023, di cui 3,8-4,6  miliardi da avere già entro il prossimo anno e mezzo, con un utile netto di circa 300 milioni in cinque anni (40-50 milioni al 2020) con un roe del 25% e un cet1 ratio del 15% circa.  Il Cost Income Ratio, inoltre, dovrà essere inferiore al 55% già nel 2020 e inferiore al 30% circa a fine piano mentre la banca prevede di iniziare a pagare un dividendo nel 2022, con un payout del 20%, per poi salire al 25% (pari a una cedola di circa 75 milioni) nel 2023. In termini di risorse, al 2023 ci si aspetta di avere 700 risorse (400 al 2020), delle quali circa 200 rispettivamente per npl, pmi e area retail e digitale e circa 50 a livello centrale.

Un piano “ambizioso”, se si pensa che in dote Banca Interprovinciale ha portato impieghi per 330 milioni, 530 milioni di depositi e 60 di equity, ma per Passera questi obiettivi sono “raggiungibili e probabilmente superabili” grazie alla massima “flessibilità e velocità” che avrà la nuova banca, soprattutto in virtù della digitalizzazione. “Saremo una banca totalmente digitale, una piattaforma aperta per velocizzare i processi, pochi prodotti per evitare la “cannibalizzazione” interna”.

Per raggiungere questi numeri la nuova banca, com’è noto, punta su tre divisioni focalizzate in specifici segmenti di mercato, cioè gli impieghi alle pmi con una struttura finanziaria non ottimale e/o con rating basso o senza rating, incluso il segmento delle PMI non-performing (Unlikely-To-Pay), i non performing loans (NPL) corporate, dove il team ha già acquisito un pacchetto da 300 milioni, e il digital banking per la clientela retail e corporate. 

Tre ambiti che per Passera, come già espresso durante il dibattito “Dialogue on Finance” con l’avvocato Francesco Gianni organizzato durante la Legalcommunity Week (leggi qui l’articolo), rappresentano “un grande spazio da coprire” da parte di un nuovo operatore bancario che sia “specializzato” e con un nuovo paradigma”. Oggi, sottolinea l’ex ministro, “il settore bancario è in balia di quattro forze, cioè il digitale, l’arrivo di nuovi operatori, la regolamentazione, che ha reso più difficile il fare banca, e infine le politiche monetarie che hanno abbassato gli interessi che hanno reso non sostenibile gran parte dell’attività creditizia”. In questo contesto “chi resterà sono le banche specializzate con nuovi paradigmi. Questo è il nostro obiettivo, cioè stiamo costruendo una banca specializzata su tre mercati grandi e sottoserviti, cioè le pmi in difficoltà ma con alto potenziale, un mercato da 350 miliardi tra finanziamenti crossover, factoring e utp, gli npls e il direct banking”. 

La crescita della nuova realtà sarà prevalentemente organica, Passera esclude infatti acquisizioni di altre banche generali “se non di realtà molto piccole e specializzate” con lo scopo di “accelerare la realizzazione delle singole unit”. Passaggio già comunicato al mercato è invece il salto, tra le fine del 2018 e la prima metà del 2019, al listino principale Mta di Borsa Italiana.

Le divisioni

Nel dettaglio, la divisione npl, guidata da Andrea Clamer, rappresenterà il principale contributo all’utile ante imposte nel 2020. La banca si occuperà di npls garantiti e non garantiti, “un mercato di notevoli – ha spiegato Passera – con 195 miliardi di transazioni attese tra quest’anno e il 2023, di cui 55 miliardi sul mercato secondario, mentre “la stima delle transazioni corporate è di 135 miliardi nello stesso periodo, di cui 45 miliardi sul secondario” che per Passera è destinato a crescere.

Obiettivo della banca è di effettuare un investimento complessivo in portafogli npl, da gestire anche per terzi, nell’arco di piano pari a circa 3 miliardi di euro di controvalore netto per complessivi 12 miliardi di euro (in termini di valore lordo dei crediti gestiti) al 2023. 

Quanto alle pmi, divisione guidata da Enrico Fagioli Marzocchi, la banca vuole porsi come operatore specializzato in segmenti come il crossover lending, “un mercato potenziale da 160 miliardi di euro”, il turnaround e l’invoice lending con a regime 40 professionisti. L’idea è conseguire 4,2 miliardi di euro di turnover nel 2023 (corrispondenti a 1,2 miliardi di euro di crediti verso clientela), nell’ambito di un mercato che complessivamente vale 220 miliardi di euro di turnover al 31 dicembre 2017.

Infine, per la banca diretta, che sarà guidata da Carlo Panella, già direttore generale di Cse Consulting e precedentemente direttore generale di WeBank, qui il gruppo offrirà servizi di digital banking alla clientela retail e corporate, ad esempio strumenti per la gestione dei budget famigliari e il supporto di un cfo digitale, depositi, servizi di pagamento.  Obiettivo della banca diretta al 2023 è di acquisire almeno 200.000 clienti retail e depositi per 2,1 miliardi di euro. A supporto di tali target, il piano strategico prevede investimenti in marketing e crm pari a complessivi 50 milioni di euro in arco piano.

 

Noemi

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