STRESS TEST, BOCCIATE MPS E CARIGE E IL MERCATO NE RISENTE
Il day-after l'esito dello stress test della Bce sulle principali banche europee, ritenuto soddisfacente per l'Italia, vede un avvio di seduta altalenante a Piazza Affari. Dopo la buona partenza, la borsa di Milano è in ribasso e l'indice delle banche italiane scivola dal rialzo del 2% in apertura a -1,5%. A pesare sono le bocciature di Monte dei Paschi di Siena e Carige, uniche due italiane, tolte Popolare di Vicenza e Popolare di Milano che si sono salvate in corner, che non sono riuscite a superare il Comprehensive Assessment dell'istituto guidato da Mario Draghi (nella foto).
In generale, sono 13 gli istutiti dell'Eurozona bocciati, i quali dovranno raccogliere nei prossimi nove mesi circa 9,5 miliardi di euro di nuovo capitale. La maglia nera delle italiane va a Mps, con una carenza di capitale pari a 2,11 miliardi di euro, per Carige si attesta a 810 milioni di euro.
L'esame della Bce, in vista della vigilanza unica delle 130 banche più grandi dell'Eurozona a partire dal 4 novembre prossimo, ha l'obiettivo di rassicurare i mercati sulla solidità del sistema bancario europeo e di conseguenza sulla sua capacità di fornire i finanziamenti necessari a un'economia reale ancora in stagnazione.
La revisione si divide in due fasi, l'Asset quality review, un esame della qualità degli attivi, e due stress test, uno basato su scenario base e un altro su scenario avverso. I livelli di Cet1 ratio richiesti alle banche, e quindi di capitalizzazione, sono più elevati di quelli richiesti di regola alle banche per esercitare l'attività creditizia e pari al 4,5%. Per l'Aqr e per lo scenario base dello stress test devono essere pari all'8% mentre per lo stress test con scenario avverso deve essere del 5,5%. L'Aqr ha determinato una riduzione del valore degli attivi pari a 48 miliardi di euro (12 miliardi attribuibili alle banche italiane) alla luce dei bilanci delle banche al 31 dicembre 2013. Valore dovuto in gran parte al mancato riconoscimento di prestiti problematici (in ritardo di 90 giorni, deteriorati o inesigibili), che per i 130 istituti aumentano di 136 miliardi di euro, arrivando a 879 miliardi. La valutazione delle banche dovrà prima o poi essere riportata in linea con quella della Bce e richiederà maggior capitale. Lo stress test, nel caso più negativo, ridurrebbe il capitale delle banche di 263 miliardi di euro, portandolo dal 12,4% all'8,3 percento. L'impatto più significativo sarebbe sulle banche francesi (49 miliardi di euro), seguita dalle italiane (47) e dalle tedesche (46,4).
In una prima valutazione, erano 25 le banche dell'area euro che non avevano superato gli stress test e che dunque erano rimaste al di sotto dei requisiti minimi di capitale. Di queste, le 9 italiane avevano registrato una carenza di capitali di 9,7 miliardi, su 25 totali, risultando le peggiori d'Europa. Nel corso del 2014 12 istituti hanno coperto gli shortfall con le "remiedal actions" e cioè con interventi effettuati nel 2014 e ufficialmente riconosciuti dall'Eurotower, per un totale di 15 miliardi di euro di aumenti di capitale. Le 13 banche rimaste e quindi inadempienti hanno ora 15 giorni di tempo per varare un piano di rientro e nove mesi per mettersi in regola.
Dal canto suo, Mps ha reso noto di aver nominato Ubs e Citigroup come adviser finanziari per definire le azioni di mitigazione relative al capital plan nonché per la valutazione di tutte le opzioni strategiche. Carige fa invece sapere di avere già un Capital Plan approvato dal Cda che, subordinatamente all'approvazione da parte della Bce, garantisce la copertura dello shortfall prevedendo un aumento di capitale per un importo non inferiore a 500 milioni e operazioni di asset disposal (dismissione delle attività del Gruppo operanti nel comparto assicurativo e nei settori del private banking e credito al consumo).
Un respiro di sollievo devono averlo fatto Popolare di Milano, che secondo Francoforte presentava ancora un deficit di 166 milioni, ma grazie a misure supplementari per 879 milioni (tra cui in particolare la rimozione dei cosiddetti add-on, i filtri patrimoniali aggiuntivi imposti in precedenza dalla Vigilanza) ha ottenuto il via libera, e Popolare di Vicenza (in rosso per 223 milioni secondo la Bce) alla quale vengono computati nuovi interventi per 253 milioni.
In sostanza, per il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, si tratta di «un risultato rassicurante, per noi non inatteso». Dagli esami condotti dalla Bce, aggiunge in conferenza stampa l'alto dirigente di via Nazionale, «emerge un sistema bancario solido, in grado di finanziare l'economia e con una credibilità maggiore». Certo, osserva, sarà «necessario proseguire le azioni intraprese, ma il sistema nel suo complesso – conclude – mostra ancora una volta la sua solidità, nonostante le condizioni avverse come quelle registrate negli anni scorsi».