Tikehau Capital si allarga e punta sull’Italia

Che il fondo francese Tikehau Capital faccia sul serio in Italia lo dimostra un fatto che dovrebbe avvenire entro la prima metà del 2019: il cambio di sede. Dalla centralissima Piazza del Carmine, a Milano, il team italiano, che oggi conta una decina di persone, si prepara a spostarsi sempre nel capoluogo lombardo ma nell’ancora più centrale Piazza San Fedele.

La notizia vera però, come spiega a MAG Luca Bucelli (nella foto), responsabile dell’Italia, è che la nuova sede «sarà quattro volte più grande» a conferma delle intenzioni di Tikehau Capital di aumentare «il numero di persone in Italia».

Nel nostro Paese la società di investimento, che ha archiviato il 2018 con 22 miliardi di euro di asset in gestione, in crescita del 59% (8,2 miliardi), è presente dal 2015. Dapprima nel settore private debt, un mercato che qui Tikehau Capital ha contribuito a creare,  gestito fra gli altri dalla director Benedetta Ponticorvo, e poi nel real estate, con Giorgio Gobbi, e nel private equity, in particolare dopo l’ingresso nel luglio scorso di Roberto Quagliuolo proveniente da Oaktree Capital Management.

Completa la squadra Tommaso Bulli, responsabile investitori, attività della quale è responsabile per il gruppo a livello globale un altro italiano, Andrea Potsios. In questi tre anni «abbiamo chiuso circa 20 operazioni, delle quali 16 di debito, due di real estate e due in private equity, raccogliendo capitali molto significativi da oltre 50 primari investitori istituzionali e investendo risorse nell’ordine di centinaia di milioni di euro. Direi che possiamo ritenerci soddisfatti», sottolinea Bucelli, che guarda avanti con un obiettivo di posizionamento chiaro: «Vogliamo essere un interlocutore internazionale e allo stesso tempo locale, con un focus sulle aziende italiane più ambiziose, con una forte componente tecnologica e che guardano all’estero». La presenza sul posto è per Bucelli «un elemento che ci contraddistingue e ci consente di intercettare le opportunità d’investimento molto presto» in particolare in un Paese come l’Italia.

L’ufficio di Milano, aperto da Bucelli nel 2015, è stato il «secondo ufficio aperto fuori dalla Francia dopo Londra nel 2013.  Da allora Tikehau Capital ha aperto uffici anche a Bruxelles, Madrid, Singapore, Seul e New York per un totale di otto sedi. La competizione, specialmente in alcuni ambiti, c’è, ma per Bucelli questo non è un problema: «L’offerta che abbiamo ci consente di realizzare un abito su misura che sia perfetto per le esigenze delle imprese e dei private equity». In particolare, sottolinea, «non esistono algoritmi che fanno capire cosa è meglio per un’azienda, si tratta di un processo che è ancora artigianale, ma attraverso la palette di strumenti di investimento che abbiamo possiamo capirlo e fornire soluzioni ad hoc», spiega.

 

Bond e acquisition financing

Questa “artigianalità” del fondo vale in primis per l’offerta di debito, considerato da alcuni ancora troppo caro rispetto al credito bancario. Ma è un tema che per Bucelli non si pone: ««Siamo complementari al credito bancario. Gli investitori sofisticati sono pronti a accettare 100-150 punti base di differenza di margine per soluzioni di finanziamento più efficienti e che migliorano i rendimenti. Ciò che ci differenzia non è il prezzo ma la flessibilità, la rapidità e, appunto, la capacità di structuring, ossia fornire soluzioni su misura». Su questo campo il gruppo si occupa di fornire diverse soluzioni di acquisition oppure growth financing, sia a livello di holding che di società operativa. Fra le operazioni più rilevanti ci sono state la sottoscrizione nel 2016 del bond da 72 milioni di Dedalus, controllata da Ardian, quella nel 2017 del bond da 85 milioni, assieme a HIG WhiteHorse, di Savio Macchine Tessili, controllata da Alpha, e nel marzo scorso il supporto finanziario ad Apax France nell’acquisizione di Business Integration Partners (Bip).

Il mese scorso, poi, Tikehau Capital, che tra l’altro è quotata all’Euronext di Parigi, ha lanciato assieme al Fondo Italiano d’Investimento un veicolo di co-investimento dedicato al private debt per le pmi italiane. Tikehau Fondo per l’Economia Reale Italiana, nel dettaglio, è stato sottoscritto per 65 milioni di euro dal fondo di fondi di private debt del Fondo Italiano e da Tikehau Capital stessa, e ha l’obiettivo di fornire risorse alternative al canale bancario alle pmi in forte crescita, fornendo finanziamenti a medio termine, permettendo loro di diversificare le fonti di finanziamento. L’iniziativa replica una simile realizzata in Francia con la Caisse des dépôts et consignations francese e, sottolinea Bucelli, «si tratta del nostro primo fondo lanciato che ha un focus esclusivo sull’Italia, il che fa capire l’attenzione che riserviamo al nostro paese».

Bucelli non esclude che in futuro ci possano essere altri fondi dedicati alla Penisola che possano sfruttare ad esempio le risorse provenienti dai Pir. A livello globale, l’asset manager ha lanciato recentemente il suo quarto fondo, Tikehau Direct Lending IV, raccogliendo 2,1 miliardi anche da «un numero importante di investitori italiani fra i quali i maggiori family office, assicurazioni, casse e fondi pensione».

D’altronde la finestra di opportunità, appare evidente, è molto ampia in Italia dove il comparto nel primo semestre 2018 ha registrato investimento per 448 milioni, il 79% in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Per Bucelli il mercato «sta maturando e si sta consolidando attorno ai player che hanno dimostrato di saper raccogliere e investire». Inoltre oggi, evidenzia, «gli istituzionali si stanno sempre più rendendo conto che, a fronte dei rendimenti bassi e della volatilità dei mercati, l’alternativa del private capital, con illiquidity premium e volatilità limitata, è attraente. Ciò vale anche per il private banking, sempre più attento a investire in queste asset class».

 

Da Credimi allo Juventus Stadium

Oltre al debito, uno degli obiettivi del gruppo è di crescere nel private equity

 

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Noemi

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