Tre anni di Costamagna-Gallia, ecco cosa ha fatto Cdp

Con una nota concisa e non del tutto inaspettata, Claudio Costamagna ha lasciato a inizio mese la presidenza di Cassa depositi e prestiti chiudendo un’era che era iniziata a luglio 2015.

La nomina di Costamagna, assieme a quella dell’amministratore delegato Fabio Gallia, era stata vissuta come un blitz dell’allora premier Matteo Renzi, interessato a far emergere la sua visione del fondo sovrano nazionale. All’epoca il presidente del Consiglio aveva espresso l’intento del governo di attribuire alla Cassa “un ruolo più forte” nel sostegno alle imprese e all’economia in generale.

In sostanza Costamagna aveva il compito di cucire addosso alla Cassa il ruolo di “Istituto di promozione nazionale”, sul modello della francese Caisse des Dépôts e della tedesca Kfw. E se all’inizio il ruolo e la direzione della rinnovata Cdp non erano stati chiari, in questi tre anni – e dopo il lancio del piano industriale 2016-2020 da 160 miliardi –  il braccio finanziario pubblico ha portato avanti operazioni che non nascondevano proprio l’intento di riportare lo Stato in primo piano nel gioco della finanza italiana, sia negli investimenti sia nel credito e a partire dalla governance. Per dare qualche cifra, nel 2017 le risorse mobilitate da Cdp e dal gruppo sono state rispettivamente pari a 18,9 e 33,7 miliardi di euro, mentre nel 2016 erano state superiori ai 30 miliardi (a livello di gruppo).

 

Da Tim a Saipem
Sul fronte della governance, l’ultima mossa in ordine di tempo è stato l’ingresso, risultato poi decisivo, della cassa nella delicata battaglia per la governance di Tim del marzo scorso tra il gruppo Vivendi di Vincent Bollorè, azionista di maggioranza, e il fondo attivista Elliot, guidato da Paul Singer. Cdp è intervenuta al fianco di Singer acquisendo una partecipazione finanziaria di minoranza attorno al 5% delle azioni ordinarie per circa 500 milioni di euro. Prima ancora, il gruppo ha tentato un intervento in dossier come l’Ilva, presentando un’offerta assieme all’indiano Jindal e a Leonardo Del Vecchio, poi battuta da Ancelor Mittal, e in quello sulla vendita di Pioneer, la società di gestione del risparmio di Unicredit: Cdp si era fatta avanti al fianco delle Poste, ma ha vinto la francese Amundi.

Affiancata da Goldman Sachs, Cassa depositi e prestiti nel recente passato ha anche acquisito il 35% di Poste Italiane – alla quale ha poi trasferito il 14% di Sia – per un esborso pari a 2,93 miliardi, mentre nell’ottobre 2015, attraverso il Fondo Strategico Italiano, la cassa ha sottoscritto l’ingresso della controllata nel capitale sociale di Saipem con l’acquisto del il 12,5% della società. Da ultimo, il gruppo non ha nascosto la volontà di entrare nella partita per Alitalia, in amministrazione straordinaria.

I fondi
L’interesse della cassa per le situazioni distressed si è concretizzato anche con il lancio del primo fondo pubblico di turnaround, cioè QuattroR. Il veicolo presieduto da Andrea Morante e guidato dall’ad Francesco Conte, dopo aver annunciato il primo closing a quota 711 milioni nell’aprile 2017, ha acquisito la società Fagioli. QuattroR non è però l’unico fondo lanciato dal gruppo. Gli ultimi sono stati due nuovi fondi di fondi, Venture Capital 3 e Private Equity 2, lanciati dal Fondo Italiano d’Investimento con il supporto di Cdp che vi ha investito fino a 200 milioni.

Nel complesso, il veicolo del tandem Costamagna e Gallia nell’ultimo triennio ha raggiunto 1,2 miliardi di euro di impegni d’investimento in iniziative quali le Piattaforme ITAtech (trasferimento tecnologico), Social Impact Italia (impact investing), il Fondo di Fondi Venture Capital 2 e il fondo FII Tech Growth, cioè il fondo Innovazione e Sviluppo e l’istituzione dell’Italian Innovation Hub nelle capitali dell’innovazione mondiale (a partire da San Francisco). A febbraio 2018 poi assieme al Fondo europeo per gli investimenti (Fei) e al colosso del venture capital francese Sofinnova, Cdp ha partecipato al lancio del Fondo Sofinnova Telethon, ossia il primo veicolo italiano di trasferimento tecnologico dedicato a far nascere nuove startup italiane nel settore biotech mentre nell’agosto 2015, con IDeA Fimit sgr, ha dato il via a Civitas Vitae, nuovo Fondo immobiliare che si occuperà di iniziative nel social housing, urbanizzazioni e di costruire abitazioni per anziani.

Attività
In questo triennio Cdp si è fatta vedere anche sul mercato. Ad esempio a novembre 2017 ha chiuso il collocamento della sua prima emissione obbligazionaria “Social”, cioè in linea con i Social Bond Principles 2017 dell’International Capital Market Association (ICMA),  dal valore di 500 milioni e sui mercati internazionali. A dicembre dello scorso anno ha poi supportato il primo Elite Basket Bond, un’operazione di emissione contestuale di obbligazioni di durata decennale che coinvolge 10 società parte del programma Elite di Borsa Italiana mentre più di recente, fra gli altri, ha sottoscritto 50 milioni di euro di emissioni obbligazionarie, strutturate da Mediobanca, in favore di F.I.S. – Fabbrica Italiana Sintetici e il bond di Granarolo da 60 milioni.

Sul fronte del credito, nel maggio 2016 il gruppo ha lanciato un programma di oltre 4 miliardi per la concessione di nuovo credito alle famiglie per l’acquisto di una casa, rifinanziando fra le altre cose il programma di acquisti di obbligazioni bancarie garantite che hanno ad oggetto mutui residenziali, il cui importo passa da 3 a 5 miliardi. Il programma, lanciato alla fine del 2013, ha mobilitato oltre 2,2 miliardi, risorse alle quali si aggiungono gli 1,3 miliardi di euro già erogati tramite il Plafond Casa (3 miliardi).

Quanto alle operazioni, in questi anni il gruppo ha acquisito fra gli altri, tre resort nelle storiche location turistiche italiane di Marina di Ostuni, Marilleva e Pila da Valtur mentre sul fronte internazionale ha investito 300 milioni di dollari per la realizzazione del primo lotto di un nuovo centro commerciale a Dubai alla cui costruzione parteciperà il gruppo Salini e  290 milioni di dollari, su un finanziamento totale di 800 milioni, per la nuova metro di Lima, in Perù.

Riorganizzazione e nuovo brand
A proposito di fondi, sotto l’era Costamagna – Gallia il Fondo Strategico Italiano è stato completamente riorganizzato. Nell’aprile 2016 Cdp ha avviato il cambio di nome del fondo, ora Cdp Equity, holding che racchiude le partecipazioni strategiche in un’ottica di lungo periodo, e ha costituito Fsi sgr, per supportare i piani di crescita di aziende medio-grandi con significative prospettive di sviluppo anche attraverso l’attrazione di capitali esteri e privati, e Fsi Investimenti, joint venture che vede al 77% Cdp Equity e al 23% Kuwait Investment Authority, sotto la quale vanno le società già in portafoglio da portare in Borsa: Valvitalia, Rocco Forte Hotels, Kedrion, Inalca, Trevi.

Prima, nel gennaio 2016, il gruppo aveva creato due nuove aree a diretto riporto dell’ad e dg, cioè il Development Finance, per supportare il vertice nella definizione delle strategie di sviluppo del business, ideare nuove linee di attività, e il Group Real Estate. La sintesi di questa riorganizzazione c’è stata poi l’anno successivo, a febbraio 2017, con l’unificazione del brand di Cdp e di tutte le sue controllate.

Avendo visto il passato, resta ora da capire quale sarà il futuro della controllata del ministero dell’Economia. Il primo scoglio del nuovo esecutivo sarà il rinnovo dei vertici, da concordare assieme alle fondazioni, azioniste di Cdp con una quota del 16% e aventi il diritto di nominare il presidente. Stando ai primi rumors, queste avrebbero espresso il loro consenso su Massimo Tononi, ex Goldman Sachs ed ex presidente di Mps (oggi nel cda di Mediobanca), nonché sottosegretario all’Economia del secondo governo di Romano Prodi. Tononi, stando alle ultime notizie, avrebbe dato la sua disponibilità all’incarico. Ma la partita è ancora aperta considerando anche l’altro fronte, quello della nomina dell’amministratore delegato, attualmente l’ex Bnl Fabio Gallia, che spetta invece al ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

 

(nella foto da sx Fabio Gallia e Claudio Costamagna)

Noemi

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