UniCredit pensa a cedere Concardis mentre aspetta le offerte per Pioneer

Prosegue il lavoro di UniCredit sulle cessioni delle partecipate.

Insieme con altre banche, il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier (nella foto) avrebbe intenzione di mettere in vendita la quota in Concardis, società tedesca che fornisce servizi di pagamento. Lo riferiscono alcune fonti vicine alla situazione interpellate da Reuters, che specifica che l’asset potrebbe raccogliere l’interesse sia di alcuni concorrenti sia di private equity.

Se valutata come le rivali quotate, cioè 10-15 volte gli utili core attesi, Concardis, partecipata all’80% dalle casse di risparmio tedesche e dalle banche private, potrebbe raccogliere fino a 360-550 milioni di euro.

In particolare, oltre a UniCredit, anche Deutsche Bank e Commerzbank hanno segnalato la volontà di vendere, mentre altre potrebbero mantenere parte della quota.  Il restante 20% è poi in mano alle banche cooperative.

Le prime offerte sarebbero attese per inizio novembre mentre già fondi come Advent, Bain, Permira, Warburg Pincus, sarebbero in partita, così come le francesi Ingenico e Atos, la tedesca B+S e l’americana First Data.

Nel frattempo, sul fronte Pioneer, entro il 3 novembre prossimo dovrebbero arrivare agli advisor Jp Morgan e Morgan Stanley le offerte vincolanti da parte dei quattro pretendenti per la società di risparmio gestito, ovvero Amundi, la cordata Poste-Anima-Cdp, Macquarie e Aberdeen, dopo una fase di approfondimento con la due diligence delle attività della società. 

Secondo le ultime indiscrezioni di stampa l’offerta di Amundi, affiancata da Goldman Sachs sia come advisor sia come capofila del finanziamento assieme a un pool di banche straniere, sarebbe pari a circa quattro miliardi di euro, oltre 20 volte gli utili medi della società e nettamente al di sopra delle attese, mentre l’offerta della cordata Poste-Anima-Cdp sarebbe di circa 3,4 miliardi di euro. Le ipotesi finora circolate ventilavano una valorizzazione del 100% del capitale di Pioneer, che registra oltre 220 miliardi di asseet under management, nel range 2,5-3 miliardi, che è quanto UniCredit vorrebbe ricavare dalla vendita dell’asset. L’operazione è infatti vista come cruciale per colmare il gap di capitale che serve alla banca di oltre 8 miliardi.

 Fuori dai giochi, quindi Assicurazioni Generali, che non avrebbe presentato un’offerta adeguata, e Natixis. 

Noemi

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