Venture capital europeo, nel 2019 investiti 6,5 miliardi. I dati di Kpmg

Nel primo trimestre del 2019 il venture capital in Europa ha visto un giro d’affari complessivo di 6,5 miliardi di dollari per 487 operazioni. Ad evidenziarlo è il report trimestrale di Kpmg Enterprise “Venture Pulse Q1 2019”.

Un numero stabile, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che però segnava un incremento sostanziale rispetto al 2017, quando nei primi tre mesi sono stati investiti in venture capital solo 4,5 miliardi. Se gli importi restano stabili, non si può dire altrettanto dei deals raggiunti: più che dimezzati rispetto ai quasi 1200 del primo trieste 2018.

Inevitabile, in questo quadro, che il valore medio di ogni operazione sia in crescita, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti in venture capital delle imprese agli ultimi stadi di sviluppo, da poco più di 6 milioni di dollari, a 9,3 milioni a inizio 2019. Raddoppiano, quasi, anche gli importi medi dei deals sulle aziende early stage, da 3,5 a 6 milioni di dollari. Se si pensa alle fasi angel/seed la crescita è meno marcata, da uno a 1,5 milioni tra 2018 e 2019.

Tra gli investimenti nelle fasi iniziali, la crescita maggiore interessa quelli di serie B, da 17,5 milioni a 23,3 milioni di dollari. Serie A e fase seed sono aumentate, dal 2018, rispettivamente di 1,8 e 0,6 milioni, attestandosi, per l’anno in corso, a 8,2 e 1,5 milioni di dollari.

Sui risultati, in lieve calo rispetto all’anno scorso, considerato “da record” per quanto riguarda private equity e venture capital (leggi qui l’articolo), pesano le incertezze geopolitiche e le loro potenziali ricadute economiche: la brexit è il caso più significativo.

Proprio a causa di Brexit, gli investimenti in venture capital nel Regno Unito sono in leggera flessione nel primo trimestre dell’anno in corso, stabile, invece, l’investimento in venture capital aziendale. Un esempio, in questo senso, l’investimento da più di 281 milioni di dollari di Mitsubishi Corporation in Ovo Energy, società focalizzata sulla ricarica di veicoli elettrici e lo stoccaggio di energia. In definitiva, fintech, biotech e healthtech hanno continuato a guidare una quota significativa degli investimenti nel Regno Unito. Sul fronte della tecnologia, l’intelligenza artificiale godeva di particolare fermento nel paese, una tendenza che dovrebbe continuare per il prossimo futuro.

A trainare gli investimenti nel settore, in Europa, sono state soprattutto le banche digitali, che hanno ricevuto una notevole attenzione da parte degli investitori durante il primo trimestre del 2019, con N26, società tedesca, che ha raccolto 300 milioni di dollari e Starling Bank, con sede nel Regno Unito, che ha raccolto quasi 100 milioni di dollari. Parte dell’attrattiva delle banche digitali è stata la loro flessibilità, l’evoluzione del loro modello di business e, in alcuni casi, la loro capacità di impacchettare e vendere le loro tecnologie a banche più tradizionali sotto forma di etichette bianche.

L’incertezza in corso attorno a Brexit continuerà a destare preoccupazione per gli investitori di venture capital in Europa, oltre alla potenziale guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa, in particolare nello spazio automobilistico. Le crescenti preoccupazioni commerciali potrebbero, tuttavia, fornire un catalizzatore per le aziende automobilistiche tradizionali in Europa per concentrarsi su innovazione e flussi di entrate alternativi nei prossimi trimestri.

Ci si aspetta che l’intelligenza artificiale rimanga una zona di investimento molto calda in gran parte del vecchio continente, oltre alle scienze della vita, alla biotecnologia e al fintech. In prospettiva, l’Europa dovrebbe anche vedere un aumento delle partnership nel settore dei servizi finanziari. Potrebbero esserci anche alcune m&a dietro l’angolo, visto che le aziende di successo sembrano crescere e guadagnare più quote di mercato.

Per quanto riguarda l’Italia, il nostro paese non viene citato direttamente nella ricerca di Kpmg, che si concentra in particolare su Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Irlanda e Paesi del nord Europa, ma dai dati di Aifi relativi al 2018 emerge un trend estremamente positivo: tra 2017 e 2018 gli investimenti sono raddoppiati di volume fino a raggiungere quasi i 10 miliardi di euro. Di questi, da segnalare 13 large e mega deals di importi superiori al 150 milioni di euro l’uno.

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