Giordano Emendatori e Spes salvano Pernigotti. Gli advisors in campo

Vitale & Co ha assistito la proprietà di Pernigotti, ovvero il gruppo turco Toksöz, nella trattativa che ha portato al salvataggio della realtà industriale di Novi Ligure.

L’imprenditore romagnolo Giordano Emendatori per il ramo gelati e la torinese Spes per la produzione di cioccolato garantiranno il futuro degli impianti produttivi, mentre il marchio Pernigotti resta in capo a Tokzos.

Sernet ha seguito per conto di Tokzos il dossier reindustrializzazione, processo che ha visto il coinvolgimento in prima linea del ministero dello Sviluppo economico (Mise). La soluzione, si legge in una nota del ministero guidato da Luigi Di Maio, “garantirà la continuità operativa del sito e la salvaguardia di tutti i lavoratori”.

Il team di Vitale & Co che ha seguito il deal è formato da Alberto Gennarini (managing director), Valentina Salari (director), Raffaele Ciccarelli (director) e Francesco Pironti (analyst).

L’operazione è stata seguita per Giordano Emendatori da Kaleidos Corporate Finance, in qualità di advisor finanziario, con Stefano Malagoli (nella foto) e Dario Di Iorio, e da Skema – con Andrea Moretti, Pietro Vanni, Stefano Fabbri, Mattia Mussoni, Roberto Berardi e Angela Garattoni – in qualità di advisor nelle attività di due diligence.

Il salvataggio si articola in due accordi distinti: il primo riguarda la cessione a Emendatori del ramo d’azienda I&P, con il marchio Pernigotti Maestri Gelatieri, e delle relative strutture commerciali e produttive, per un totale di 36 dipendenti; il secondo accordo riguarda la reindustrializzazione della produzione di cioccolato e torrone, a opera di Spes.

Il closing degli accordi verrà siglato entro la fine del mese di settembre.

Emendatori, fondatore di Mec3 – poi ceduta nel 2014 a Riverside e successivamente passata a Charterhouse – torna nel settore a cinque anni dalla cessione dell’azienda da lui fondata nel 1984.

Spes è impegnata in progetti per l’inserimento lavorativo di ragazzi in difficoltà. Negli ultimi anni è cresciuta soprattutto grazie alle attività di catering (Spes Convivio), al Bistrot Etik0 e alle quattro caffè-cioccolaterie.

La vicenda della crisi di Pernigotti era cominciata nel novembre scorso, quando la proprietà turca aveva annunciato la chiusura del sito di Novi Ligure e la volontà di dismettere le attività produttive. Con l’intervento del Mise, nel febbraio di quest’anno, era stata scongiurata la chiusura, ma occorreva trovare dei partner per riprendere la produzione, che impegna 110 persone tra dipendenti diretti e lavoratori in somministrazione.

Fondata nel 1868 da Stefano Pernigotti, l’azienda era stata venduta nel 1995 alla famiglia Averna, che nel luglio 2013 aveva ceduto al gruppo familiare turco Toksöz. Pernigotti ha chiuso il 2017 con ricavi pari a 51,8 milioni di euro, un ebitda negativo per 5 milioni e un debito netto di 9,5 milioni.

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Noemi

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