Timone Fiduciaria sale al 24,2% di Azimut con Nomura e Intermonte
Affiancata da Nomura, con il responsabile Stefano Giudici, e Intermonte, Timone Fiduciaria, che riunisce gli azionisti aderenti al patto di sindacato Azimut Holding, si prepara a salire al 24,2% di Azimut, come già annunciato al mercato, grazie all’iniezione di nuovi capitali da parte dei manager di Azimut e del fondo Peninsula Capital che a sua volta ha acquisito il 2,8% della società di asset management.
Nel dettaglio, i 1206 azionisti aderenti al patto hanno acquistato circa 7 milioni di azioni ordinarie Azimut Holding, pari al 5,0% del capitale sociale al netto delle azioni proprie (4,9% del capitale sociale complessivo) a un prezzo medio pari a 14,37 per azione. L’importo totale raccolto dal management, consulenti finanziari, gestori e dipendenti del gruppo è di 77 milioni, di cui 25 milioni per la costituzione di una garanzia a favore della banca finanziatrice. All’operazione hanno aderito 16 componenti dell’alta dirigenza, per un controvalore complessivo di circa 30 milioni, tra i quali il Presidente Pietro Giuliani (nella foto) con un investimento complessivo maggiore di 26 milioni.
Peninsula, come detto, parteciperà all’operazione in qualità di investitore finanziario attraverso una propria controllata, aderirà al Patto e concluderà un’operazione di acquisto a termine (pre paid forward) con Goldman Sachs attraverso la quale acquisterà circa 3,8 milioni di azioni ordinarie di Azimut, pari al 2,8% del capitale sociale al netto delle azioni proprie (2,7% del capitale sociale complessivo). Con l’ingresso del fondo sarà il partner Nicola Colavito quale candidato alla carica di amministratore nella lista che sarà presentata da Timone Fiduciaria al primo rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Azimut, nonché esponente nel Comitato Direttivo del patto.
Per effetto delle due operazioni, la partecipazione complessivamente detenuta dal Patto nel capitale di Azimut, includendo la quota potenziale di Peninsula, passerà dal 16,4% al 24,2% del capitale sociale al netto delle azioni proprie (dal 15,8% al 23,3% del capitale sociale complessivo).
L’operazione, per quanto riguarda gli aderenti al patto, è stata assistita da un finanziamento per complessivi 50 milioni erogato a favore di Timone Fiduciaria e garantito da un pegno sulle azioni acquistate per conto degli aderenti all’operazione e da una garanzia in denaro – remunerata a favore dei concedenti a carico dei soggetti finanziati – (cash collateral) prestata da alcuni fra i soggetti aderenti all’operazione, pari a 25 milioni, alla quale Giuliani ha contributo per 23,4 milioni.
Il finanziamento e le garanzie che assistono il finanziamento hanno una durata di tre anni, fatte salve eventuali cause di estinzione anticipata come da prassi di mercato.
“Da oggi comincia un nuovo capitolo nella storia della società, con anche nuovi colleghi italiani ed esteri, che sarà ancora più importante di quello percorso nei circa trenta anni di storia passata”, ha commentato Giuliani che ha aggiunto: “Siamo l’unica società al mondo ed in Italia di questa dimensione e con queste caratteristiche, gestita da chi lavora in Italia e all’estero, indipendente da chiunque altro. Resteremo indipendenti perché questo è il nostro dna, passato e futuro”.