No dell’Antitrust all’Ops di Intesa su Ubi: rischio posizione dominante

Se la Banca centrale europea ha dato il nulla osta (leggi qui la notizia) il governo approva l’operazione, sarebbe l’Antitrust a bocciare la maxi offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, aprendo un nuovo capitolo di quella che ormai è a tutti gli effetti una saga finanziaria.

Stando alla comunicazione alle parti della risultanza dell’istruttoria –  avviata il 18 maggio scorso –  alle parti ripresa da diverse agenzie di stampa, il garante della concorrenza ritiene che l’unione tra Intesa e Ubi “non sia allo stato degli atti suscettibile di essere autorizzata in quanto idonea a produrre la costituzione e/o il rafforzamento della posizione dominante di Intesa Sanpaolo in numerosi mercati” senza che l’accordo per la cessione di un ramo d’azienda a Bper “possa essere preso in considerazione, quale intervento volto a risolvere le criticità concorrenziali”. Si tratterebbe della prima vera battaglia persa dal ceo di Intesa Sanpaolo.

L’Antitrust ha poi precisato in una nota che “non eè stata assunta alcuna decisione da parte dell’Autorità sulla compatibilità dell’operazione” tra Intesa e Ubi Banca. Allo stato, infatti, “è stata trasmessa alle imprese interessate la sola Comunicazione delle Risultanze Istruttorie, che rappresenta la valutazione preliminare degli uffici dell’Autorità in ordine alle possibili criticità concorrenziali dell’operazione di concentrazione”. La decisione definitiva, conclude la nota, “in merito alla compatibilità della concentrazione sarà assunta dal Collegio solo all’esito del contraddittorio con le imprese interessate” anche se ormai l’orientamento sembrerebbe definito.

Nel dettaglio, sotto i riflettori dell’Agcom sarebbe finito l’accordo per la cessione a Bper di 500 filiali Intesa Sanpaolo, come previsto nel piano del ceo Carlo Messina, e che avrebbe dovuto eliminare il rischio di una posizione dominante della banca milanese dopo l’aggregazione con la banca guidata da Victor Massiah (nella foto). Tuttavia l’autorità non ci vede chiaro e non ha voluto prendere in considerazione questa cessione perché “in base alle informazioni fornite da Intesa Sanpaolo, non è stato in alcun modo possibile enucleare il ramo di azienda Ubi oggetto di cessione a Bper senza che permanessero significative incertezze in merito al suo perimetro”.

Dal documento emerge anche che lo scorso primo giugno Intesa aveva chiesto tempo fino al 10 del mese, cioè domani, per “fornire la specificazione del ramo di azienda” che sarà ceduto a Bper ma l’Agcom ha rigettato l’istanza dopo due giorni, il tre giugno.

Ora le parti coinvolte nell’operazione hanno tempo fino al 15 giugno per sottoporre documenti e saranno ascoltate il 18 giugno se lo richiederanno.  Vedremo se Messina e i suoi riusciranno a superare questo scoglio o se sarà necessario rivedere completamente i termini del deal.

 

*articolo aggiornato con la dichiarazione dell’Antitrust

 

Noemi

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