Malacalza conquista il cda di Carige. Fabio Innocenzi nominato ad

Dopo mesi di tensioni, il braccio di ferro tra gli azionisti di Carige si è risolto a favore di Malacalza Investimenti, azionista di maggioranza, guidata da Vittorio Malacalza che ha battuto lo sfidante Raffaele Mincione e conquistato il cda per sette poltrone sulle 11 totali.

Il  timone di Carige è stato dunque affidato a Fabio Innocenzi (nella foto), già numero uno di Ubs in Italia e membro dell’Aipb, l’associazione italiana private banking, che prende il posto di Paolo Fiorentino, ultimo amministratore delegato voluto un anno fa proprio da Malacalza e, in seguito alla rottura con l’azionista di riferimento avvenuta in occasione dell’ultimo aumento di capitale da 550 milioni. Il nuovo ad sarà affiancato da Pietro Modiano nel ruolo di presidente e da Lucrezia Reichlin quale vicepresidente. Sono in corso i calcoli per determinare il numero di consiglieri delle diverse liste.

All’assemblea si è presentato il 64% del capitale tra cui dipendenti e pensionati della principale banca ligure. Malacalza ha ottenuto il 52,58% delle azioni ammesse al voto (e con il 30,56% del capitale complessivo) strappando la maggioranza dei consiglieri del nuovo board. Alla lista di Mincione sono stati assegnati tre posti in cda grazie al 28,9% dei voti, pari al 16,7% del capitale. Assogestioni, infine, ha registrato un consenso dell’8,85% del capitale (il 15,2% dei voti) perdendo un posto su due.

In cda entrano dunque Stefano Lunardi, Salvatore Bragantini, Francesca Balzani, Lucia Calvosa. La lista Mincione ha eletto tre consiglieri: lo stesso Raffaele Mincione, Bruno Pavesi, Luisa Marina Pasotti. Della lista Assogestioni è stato eletto Giulio Gallazzi. L’ultimo eletto, stando ai voti, risultava essere Angelo Busani, secondo in lista di Assogestioni, tuttavia ai fini di rispettare le norme previste in materie di quote rosa subentra Calvosa.

Il giallo dei fondi 

Fra una conta e l’altra, in assemblea è spuntato anche il giallo di tre fondi vicini al mondo Mincione. Malacalza Investimenti ha chiesto al presidente dell’assemblea di Carige di verificare se tre fondi di investimento presenti in assemblea con il 3% circa complessivo (Athena Capital, Eurasia Sicav e Eurasia Fund) siano riconducibili a Raffaele Mincione. Malacalza, attraverso l’avvocato Carlo Pavesi di Gatti Pavesi Bianchi, ha chiesto che i loro voti, pari al 3% del capitale, venissero sterilizzati, alla luce della decisione di Bankitalia e del Tribunale di Genova di congelare le quote del finanziere eccedenti il 10%, non autorizzate dal regolatore. «Sono indipendenti» da Mincione, ha detto il delegato dei fondi. «Non sono soldi miei», ha assicurato lo stesso Mincione sottolineando che i fondi avrebbero votato per Assogestioni.

No ad aggregazioni o fusioni
Ora però l’attenzione dovrà essere focalizzata sul futuro della banca. A questo proposito Malacalza ha ribadito il suo no alle nozze di Carige con altri istituti perché prima, ha riferito Modiano, occorre “ristrutturare”. A tal proposito però la Vigilanza di Francorte ha indicato l’aggregazione come una scelta obbligata o quasi per il gruppo di Genova per evitare lo scenario peggiore mentre martedì notte è stata confermata la bocciatura da parte della Bce del piano di sostenibilità. Carige dovrà approvarne uno adeguato entro fine novembre e vararlo entro dicembre.

Al termine dell’assemblea di ieri, Malacalza ha ribadito di «aver fiducia» nella Bce, di «voler trattare con tutti», ma di non avere alcuna intenzione di «parlare a priori di aggregazione. Un buon cda valuta le situazioni, le esamina, le porta al regolatore».

Quanto al grande sconfitto, Mincione, in serata ha smorzato i toni, affermando che “non è il momento di continuare con le dispute” ma che invece “bisogna da subito iniziare a lavorare per la messa in sicurezza della banca, lo dobbiamo ai dipendenti e al territorio. Per questo auspico la massima collaborazione con il resto del board, composto da professionisti di altissimo livello”.

In Piazza Affari, intanto, il titolo Carige ha chiuso la seduta di ieri lasciando sul terreno il 4,5% a 0,0084 euro.

Noemi

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