Solomon vuole il 50% di donne tra le new entry di Goldman Sachs

Metà dei prossimi assunti alla Goldman Sachs negli Stati Uniti saranno donne. Lo hanno comunicato in una nota i vertici della banca d’affari Usa definendolo un obiettivo “ambizioso”. Tra l’altro, spiega la banca, il 14% delle nuove assunte avrà origini ispano-americane e l’11% afroamericane.

Dopo l’eliminazione dell’obbligo dell’abito formale per i dipendenti (leggi la notizia su financecommunity.it), la rivoluzione del ceo David Solomon (nella foto) ha compiuto un altro passo, questa volta verso l’inclusione e la parità di genere. Dj D-Sol, l’amministratore delegato-disk jockey, si è spinto anche oltre: oltre ad aumentare le quote rosa nell’organico, ha annunciato che sta lavorando anche per una maggiore rappresentanza, all’interno dell’istituto, di lavoratori LGBTI, diversamente abili e veterani.

Oggi le donne rappresentano quasi il 38% dei lavoratori statunitensi di Goldman Sachs, tra queste quasi il 22% sono top manager, l’80% di loro sono di etnia caucasica; gli afroamericani rappresentano il 5,4% dei dipendenti di Goldman e il 2,9% dei top manager o dirigenti.

Un primo step per risolvere anche un altro problema della banca: il gender pay gap. Goldman ha registrato uno dei peggiori divari di retribuzione di genere nel Regno Unito tra le grandi banche di investimento lo scorso marzo, quando ha svelato le cifre per la prima volta come parte del suo impegno per la Carta delle donne in finanza. Lo staff maschile nel Regno Unito è pagato il 36,4% in più rispetto alle lavoratrici. Per i bonus, il divario si allarga al 67,7%.

“Abbiamo annunciato il nostro impegno a far sì che le donne rappresentino il 50% del nostro talento globale nel tempo – comunicano i vertici di Goldman Sachs -, a partire dal nostro obiettivo di rappresentare il 50% delle donne nella nostra classe di analisti in entrata entro il 2021”.

Noemi

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