Ai e volatilità sui mercati, come reagiscono i modelli? Lo spiega MdotM – AUDIO

In queste settimane nere per le borse globali, segnate dalla paura dell’epidemia di coronavirus Covid-19, a peggiorare la pioggia di vendite che hanno affossato i mercati ci si sono messi anche gli algoritmi. Molti di questi, infatti, utilizzano alcuni indici, come ad esempio l’indice Vix che misura la volatilità, come principale parametro per misurare i rischi dei mercati: ebbene, la scorsa settimana più l’indice Vix – fra gli altri – ha iniziato a salire, più i vari algoritmi e le strategie basate su questi indicatori sono stati costretti a vendere massicciamente azioni e titoli rischiosi, alimentando la spirale negativa.

Non tutti però reagiscono allo stesso modo. In questo contesto,  MdotM startup nata nel 2015 e fondata da Tommaso Migliore (nella foto) e Federico Mazzorin che offre ad asset e wealth manager, banche e family office modelli di investimento costruiti attraverso l’intelligenza artificiale (ne abbiamo parlato qui), ha analizzato – e poi illustrato in un webinar – il comportamento dei loro modelli di intelligenza artificiale che nello specifico sono “settati” per cogliere determinate zone di inefficienza sul mercato per poter diversificare il portafoglio e costruire una performance bilanciata nel lungo periodo.

 

Ascolta l’intervista a Tommaso Migliore, ceo e founder di MdotM

 

L’aspetto più interessante, osserva Migliore, “è che i modelli hanno avuto una reazione estremamente razionale, al contrario di quanto ci si possa aspettare da questo tipo di sistemi”. In un contesto di rapido crollo di mercato, “la prima reazione è stata quella di non fare nulla, non si è mosso da un certo tipo di allocazione andando a favorirne un’altra”, spiega Migliore, poiché la crisi è stata così rapida e immediata,il sistema non aveva cambiato il metodo di valutazione delle varie asset class”. Successivamente, quando la volatilità è arrivata a livelli ai visti, la macchina ha cambiato tecnica di allocazione: “dal suggerire di comprare indici settoriali, ha cambiato allocazione andando a prediligere una diversificazione su base geografica”. Ascolta l’intervista 

 

 

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