Bim, Attestor nomina i nuovi vertici, Claudio Moro è ad
Cambio – di nuovo – ai vertici di Banca Intermobiliare. L’azionista di maggioranza, Attestor Capital, dopo appena 12 mesi dal precedente avvicendamento tra Giorgio Girelli e Matteo Colafrancesco (leggi la notizia su financecommunity.it), ha presentato un rinnovo quasi totale del consiglio di amministrazione, indicando alla presidenza Jürgen Dennert, ex ceo di Medio Credito Centrale, che sostituirà Maurizio Lauri, e come nuovo amministratore delegato Claudio Moro, ex ad di Banca Leonardo e con una passata esperienza a Lazard, che sostituirà Colafrancesco.
La lista di nove membri, tanti quanti i posti in cda, comprende inoltre Massimo Tosato, già ad di Quaestio sgr e oggi consigliere indipendente di Pictet, gli indipendenti Anna Chiara Svelto, Sara Zaltron, Maria Paola Clara, e Elisabetta Pizzini, oltre ai partner di Attestor Pietro Stella e David Alhadeff, già nel board.
Il fondo ha ringraziato le due prime linee perché “hanno portato a termine con successo un’importante opera di derisking” ma ora la banca deve guardare avanti e come scrive il fondo in una nota, deve puntare a rafforzarsi nel wealth management con un nuovo board e con l’impegno di Trinity, il veicolo attraverso cui Attestor controlla la banca, “a intervenire con operazioni di rafforzamento patrimoniale, ove si rendesse necessario” per assicurare il rispetto dei coefficienti patrimoniali regolamentari.
La nomina del nuovo cda sarà all’ordine del giorno dell’assemblea convocata a Torino per il prossimo 30 aprile e che dovrà anche approvare il bilancio 2018, sul quale pochi giorni fa sono state apportate nuove rettifiche rivedendo al rialzo la perdita del 2018.
Nel dettaglio, sono state aumentate le rettifiche per 4,9 milioni di euro, a seguito del peggioramento del merito creditizio e della relativa valutazione di alcune esposizioni creditizie, e sono stati aumentati di 1,3 gli accantonamenti al fondo rischi e oneri. Il risultato di periodo consolidato è dunque negativo per 153,7 milioni di euro (contro la perdita di 147,5 milioni dei risultati preliminari), con conseguente decremento del patrimonio netto consolidato per 6,2 milioni, che si attesta così a 80,8 milioni (dagli 87,1 milioni dei risultati preliminari).