Bnp, utili a 6,7 miliardi. Bnl in flessione

Dopo la frenata del 2014, legata principalmente alla sanzione da 6 miliardi “concordata” con le autorità americane, che aveva ridotto i profitti a 157 milioni, Bnp Paribas riprende la sua corsa e chiude il 2015 con utili per 6,7 miliardi, che al netto delle poste straordinarie salgono a 7,3 miliardi, in crescita del 7,3% rispetto a quelli proforma dell’esercizio precedente.

Anche i ricavi sono in crescita, e precisamente del 9,6% a 42,9 miliardi, mentre il risultato operativo dell’8,2% a 13,7 miliardi. La redditività dei mezzi propri (Roe) è all’8,3% (9,2% al netto degli elementi non ricorrenti). Il costo del rischio in rapporto agli impieghi è in lievissimo calo di tre punti base (a 54 punti). E il ratio Cet1 in versione Basilea 3 è pari al 10,9%, in aumento di 60 punti base.

Male però l’ultimo trimestre dell’anno, periodo in cui il gruppo ha registrato un forte calo dei profitti – scesi del 51,7% a 665 milioni – a causa di svalutazioni straordinarie per 993 milioni, 917 dei quali imputabili alla controllata italiana Bnl e tuttavia riconducibili, come ha spiegato l’amministratore delegato Jean-Laurent Bonnafé (nella foto), a un accantonamento di nuovo capitale effettuato su richiesta delle autorità europee di vigilanza.

«Bnl, al netto delle poste straordinarie, –  ha aggiunto Bonnafé – in realtà ha moltiplicato per 2,5 volte i profitti ed è ben piazzata per approfittare delle opportunità offerte dal mercato italiano in un contesto di progressivo miglioramento del contesto economico».

La controllata italiana ha archiviato il 2015 con una lieve flessione degli impieghi (dello 0,6%) mentre i depositi sono cresciuti dell’1% e c’è stato un forte sviluppo della raccolta indiretta, con un incremento del 10,6% nell’assicurazione vita e del 18,1% nei fondi comuni. I ricavi sono in calo del 2,9%, a 3,1 miliardi e il risultato operativo lordo è in diminuzione del 13% a 1,26 miliardi. I costi sono in aumento del 5,4% a 1,86 miliardi, ma l’incremento è dello 0,6% al netto di elementi non ricorrenti per 85 milioni (65 a titolo di contributo al fondo di salvataggio delle quattro banche in difficoltà e 20 di costi straordinari di ristrutturazione).

La situazione si riflette anche sull’utile lordo (pre imposte): negativo per 28 milioni, al netto delle poste straordinarie e non ricorrenti sarebbe di 57 milioni, pari appunto a 2,5 volte quello del 2014 (23 milioni). Il costo del rischio, infine, rimane piuttosto elevato (161 punti base a 1,25 miliardi) ma in calo (di 150 milioni e 18 punti) rispetto all’esercizio precedente.

Tornando a livello generale, Bnp Paribas ha annunciato per l’inizio dell’anno prossimo il piano 2017-2020, ma ha già anticipato quello dell’area Cib (Corporate & institutional banking), che prevede all’orizzonte 2019 una riduzione dei costi di almeno un miliardo e un aumento dell’utile lordo di 1,6 miliardi.

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