Cdp e Bonomi sul dossier Esselunga

Chi pensava che la scomparsa del fondatore Bernardo Caprotti potesse stoppare la corsa dei fondi attorno alla sua Esselunga si sbagliava.

Per la catena di supermercati – 153 store, 22 mila dipendenti e un fatturato 2015 di 7,3 miliardi di euro per 291 milioni di utile – non solo gli investitori continuano a lavorare sul dossier, ma in campo sarebbero scesi anche giocatori di peso come Andrea Bonomi e Cdp.

Stando a quanto riportato nei giorni scorsi dalla stampa, Investindustrial starebbe sondando l’interesse di diversi operatori internazionali per creare una cordata guidata dall’investitore italiano, mentre dall’altro lato Cassa Depositi e Prestiti, con il presidente Claudio Costamagna affiancato da Guido Rivolta, amministratore delegato di Cdp Equity, e da Maurizio Tamagnini, che guiderà il nuovo Fondo Strategico Italiano, avrebbero infatti incontrato i due rami della famiglia per valutare un progetto comune.

DI base c’è l’idea di quotare Esselunga a Piazza Affari, con Cdp nel ruolo di azionista di peso oltre ai Caprotti assieme con un altro socio, si pensa industriale.

Sul dossier restano però anche i grandi fondi internazionali Cvc, Blackstone e BC Partners, che già prima della scomparsa di Caprotti avevano depositato all’advisor Citi le loro offerte.

 

SHARE