Cdp nomina i vertici: inizia l’era Tononi – Palermo

Dopo quasi due mesi di gestazione e dissidi politici tutti interni alla maggioranza di governo, alla fine ieri 24 luglio l’Assemblea degli azionisti di Cassa depositi e prestiti ha nominato ufficialmente il nuovo consiglio di amministrazione fino al 2020 confermando le indiscrezioni di qualche giorno fa.

Massimo Tononi, in quota Fondazioni azioniste di minoranza, è dunque il nuovo presidente della cassa mentre il cfo Fabrizio Palermo (nella foto) è l’amministratore delegato. Nel board entra anche Luigi Paganetto, preside della facoltà di economia di Tor Vergata proposto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, come vicepresidente mentre dal Mef arriva Fabrizia Lapecorella, confermata dal Consiglio dei ministri anche al dicastero come direttore generale delle Finanze.

Del gruppo fanno parte anche Alessandro Rivera, alla direzione generale del Tesoro e Daniele Franco riconfermato alla guida della Ragioneria generale dello Stato. Gli altri consiglieri di Cassa depositi e prestiti sono Fabiana Massa Felsani, docente di diritto commerciale all’Università di Sassari; Valentino Grant, presidente della Bcc San Vincenzo de’ Paoli, in quota Lega; l’imprenditore napoletano Francesco Floro Flores, fondatore e presidente del gruppo Trefin. Le Fondazioni hanno scommesso invece sull’avvocato Matteo Melley, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Spezia, e su Alessandra Ruzzu, finora nel Cda del Banco di Sardegna.

Ora la squadra si troverà ad affrontare le nuove sfide di quella che a tutti gli effetti è la cassaforte italiana, con in gestione 370 miliardi di euro di risparmio postale. In pipeline ci sono, fra gli altri, gli spinosi dossier di Alitalia e Ilva. E poi c’è la direzione politica di Cdp, stretta fra l’idea di una trasformazione in banca d’investimento, come espresso indirettamente nel contratto di governo stipulato tra M5S e Lega, benché di difficile attuazione, e il proseguo di una politica industriale portata avanti dal duo Costamagna – Gallia (leggi qui cosa hanno fatto in tre anni) che a molti ricorda l’Iri. Il tutto considerando i vincoli che limitano l’attività del veicolo, come quelli statutari, le regole comunitarie sugli aiuti di Stato o i paletti di Eurostat che potrebbero riportare il perimetro della Cdp in quello pubblico facendo schizzare il debito sovrano.

Noemi

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