Credit Agricole verso il riassetto, spinge sugli utili l’italiana Cariparma

Utili netti un rialzo del 50% a 3,51 miliardi di euro, nel 2015 per Crédit Agricole Sa, quotata del gruppo bancario Crédit Agricole, che ha confermato che cederà alle sue 39 casse regionali il 25% del loro capitale per 18 miliardi di euro.

Parte così il riassetto della banca francese, che nel complesso ha chiuso l’anno scorso con ricavi in crescita dell’8,5% a 17,2 miliardi e un risultato operativo in aumento del 29,7% a 3,3 miliardi.

Un grande contributo a questi risultati è arrivato anche dalla controllata italiana Cariparma, che ha realizzato performance positive: bilancio al dicembre scorso si è chiuso per l’istituto con un utile netto in miglioramento del 38% a 221 milioni. Il dato aggregato del Gruppo Crédit Agricole in Italia, guidato da Giampiero Maioli (nella foto), vede utili per 455 milioni, per una presenza di oltre 12 mila dipendenti, 3,5 milioni di clienti e 15 società. Dal 2007, quando è entrato nell’orbita del colosso transalpino, l’istituto non ha chiesto aumenti di capitale ai suoi azionisti se non per operazioni di M&A.

Le masse intermediate della banca italiana sono poi in crescita a circa 136 miliardi (+3,2% sul 2014) e nel dettaglio aumenta la raccolta diretta (+5%) a 39 miliardi, e il sostegno alle famiglie (stock mutui casa +6%) e alle imprese (+2%), con una performance positiva del risparmio gestito (+11%). L’utile netto gestionale è stato pari a 250 milioni (escludendo i contributi ordinari e straordinari al Fondo di Risoluzione e al Fondo di Garanzia dei Depositi) e il Roe al 4,6%.

L’incidenza delle sofferenze nette su impieghi clientela (pari al 3,2%) si conferma ai migliori livelli del sistema, scrive la banca in una nota, mentre la copertura dei crediti deteriorati è in aumento al 40,5%, la copertura sofferenze stabili al 57,6%, il costo del credito in flessione pari a 402 milioni di euro (-12%). L’indicatore Common Equity Tier 1 è all’11,4% ed il Total Capital ratio al 13,5%. 

«In un quadro congiunturale e normativo ancora piuttosto complesso, il Gruppo Cariparma Credit Agricole ha saputo cogliere i primi segnali della ripresa – commenta Maioli – riuscendo a conseguire anche nel 2015 performance commerciali rilevanti, migliorare ulteriormente il profilo di redditività e confermare livelli adeguati di solidità e liquidità. Sono estremamente soddisfatto di questi risultati, continuiamo ad investire per crescere in tutti i segmenti, per innovare il modello di servizio e per conquistare la fiducia e la soddisfazione dei nostri clienti. La nostra gestione trasparente ed equilibrata ci ha consentito in questi anni di raggiungere una solidità patrimoniale che ci pone ai vertici del sistema bancario italiano e ci permette di guardare al futuro con grande ottimismo». 

Tornando alla capogruppo, l’operazione di riassetto, che dovrebbe realizzarsi probabilmente nel terzo trimestre dell’anno, prevede la cessione da parte di Casa del 25% alle casse per 18 miliardi (una valorizzazione pari a tre volte la cifra versata quindici anni fa), il cui intero capitale sarà quindi detenuto da una nuova società (Sacam Mutualisation). In particolare, cinque miliardi arriveranno infatti da un deposito ad hoc creato a suo tempo presso Casa e altri 11 miliardi da un prestito di Casa (della durata di 10 anni, al tasso fisso del 2,15%). Una decisione, questa, che consentirà a Casa di aumentare il proprio ratio di solvabilità (Core Equity Tier 1), portandolo già nel 2016 a quota 11%, superiore di 150 punti base al livello imposto dalle nuove regole europee.

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