Elliott, l’hedge compra Italia
Gli ultimi rumor lo vogliono tra gli shortlisted per acquisire il lotto “aviation” di Alitalia, assieme ad altri tre operatori – Lufthansa, Ryanair, EasyJet – e i fondi americani Cerberus e Greybull. Ma sarebbe solo la più recente di una lunga serie di operazioni che il fondo statunitense Elliott Management ha valutato o ha concluso in Italia negli ultimi tempi.
D’altronde il nostro Paese è un terreno molto fertile per un hedge fund come quello fondato da Paul Elliott Singer (nella foto) nel 1977, che ha un focus sulle cosiddette special opportunities ossia le situazioni complesse come i riassetti o le crisi aziendali, ma anche i debiti sovrani di Paesi in crisi.
A questo proposito, per via della vicenda sui bond argentini Elliott si è guadagnato il soprannome di “avvoltoio” (copyright l’ex presidente argentina Cristina Kirchner) ed è stato accusato del secondo default del Paese sudamericano. Alla fine del secolo scorso, infatti, Elliott aveva comprato per oltre 180 milioni, con un forte sconto, i cosiddetti Tango bond che nel 2001 hanno fatto default in quanto il governo argentino ha smesso di pagare gli interessi ai creditori dichiarando che non avrebbe rimborsato il prestito.
Successivamente l’Argentina ha proposto un rimborso parziale a cui hanno aderito quasi tutti i sottoscrittori dei bond, compresi molti italiani, ma non Elliott. Al contrario il fondo ha portato avanti una battaglia legale – ottenendo anche il sequestro di una nave-scuola argentina in Ghana – fino alla vittoria dell’anno scorso, quando il nuovo governo argentino ha accettato un rimborso da 2,4 miliardi di dollari, facendo guadagnare a Elliott più di dieci volte la cifra investita. Una storia che la dice lunga sulle capacità e sul fiuto per gli a ari della società.
ROSSONERO
Basato negli Usa e a Londra, in Italia il gruppo agisce attraverso i portfolio manager Franck Tuil e Giorgio Furlani, “l’italiano del gruppo”. L’operazione che lo ha fatto conoscere al grande pubblico è senza dubbio quella relativa alla vendita del Milan. Affiancato da Lazard e Chiomenti, il gruppo Fininvest ha ceduto ufficialmente lo scorso aprile la sua intera partecipazione, pari al 99,93%, del club rossonero al gruppo cinese Rossoneri Sport Investment Lux, la cordata guidata dall’uomo d’affari Yonghongh Li, assistito nell’operazione da Rothschild per la parte finanziaria e da Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners e Gattai Minoli Agostinelli & Partners per quella legale.
Parte delle risorse sono arrivate dal fondo Elliott, affiancato da Craca Di Carlo Guffanti Pisapia Tatozzi, che tramite la holding appositamente costituita Project Redblack ha fornito circa 300 milioni, tra finanziamentoe strumenti di debito, che si aggira attorno al 9,8%. L’aspetto più significativo dell’accordo è che il gruppo cinese ora deve restituire il denaro in una unica tranche entro il prossimo anno, altrimenti la società passerà direttamente al fondo.
DAL FACILITY MANAGEMENT AGLI HOTEL
Per quanto il calcio sia una delle passioni di Singer – è un tifoso accanito dell’Arsenal – quando si tratta di fare business i settori di interesse sono i più disparati…
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