Enti previdenziali, perché investono poco nell’economia reale?

di Nicola Barbiero*

Nei primi articoli di questo blog abbiamo alternato alle iniziali presentazioni alcune esperienze di “vita vissuta” tratte dal quotidiano. Questa fase introduttiva spero sia stata utile per conoscere meglio gli investitori istituzionali italiani che operano nel mondo della previdenza (primo, secondo e terzo pilastro). Iniziamo ora con un approccio hands-on per trovare una risposta alla domanda che molti si fanno in questo momento: perché questo tipo di investitori non investono nell’economia reale?

Replicare alla questione posta non è semplice ma cerchiamo di farlo: in primo luogo possiamo dire che le casse di previdenza (investitori istituzionali di primo pilastro) sono già attive nell’investimento in economia reale quindi, per questo caso, il tema non si pone.

Come non si pone per gli fondi pensione aperti e i Pip (investitori istituzionali di terzo pilastro) la cui gestione delle risorse, come abbiamo condiviso, viene delegata alla stessa società che promuove il fondo e per la quale sviluppare un investimento alternativo, per mezzo di strumenti non quotati, potrebbe portare a erodere parte la redditività derivante dalla gestione tradizionali degli asset.

Resta il grande imputato: il secondo pilastro rappresentato dai fondi pensione negoziali (di settore o territoriali). La risposta alla domanda iniziale è articolata per questo tipo di investitore e riguarda sia questioni di carattere finanziario sia scelte di natura più ampia effettuate dai diversi organi di governo (CdA). Se in quest’ultima fattispecie le scelte sono insindacabili e non giudicabili, più interessante approcciarci alle questioni puramente finanziarie e tecniche.

Si tratta di una molteplicità di temi che, principalmente, sono riconducibili alle diverse caratteristiche che si riscontrano tra l’operatività di un fondo pensione negoziale e quella di fondo alternativo. Divergenze che si possono e si devono, aggiungo io, limare mettendo entrambi gli operatori (asset owner e asset manager) nella condizione di parlare la stessa lingua e avere un allineamento di obiettivi.

Gestione dei flussi di cassa, trasparenza, valutazione dell’investimento, rappresentanza, costi, governance, questi sono solo alcuni delle questioni sul tavolo degli enti di previdenza complementare nell’approccio agli investimenti alternativi. Quali potrebbero essere le soluzioni?

 

*Cfo di un fondo pensione negoziale

 

 

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