Esselunga, Giuliana e Marina salgono al 100%. Il ruolo di Unicredit

Esselunga al riassetto. Dopo la pronuncia, venerdì scorso, dell’arbitrato sul valore dell’azienda della Gdo stimato a 6,1 miliardi di euro, le azioniste di maggioranza – Giuliana Albera Caprotti, moglie del fondatore, e la figlia Marina Caprotti (nella foto assieme al fondatore Bernardo Caprotti) – detentrici del 70% di Supermarkets Italiani, salgono al 100% della società acquisendo il restante 30% del capitale sociale di Supermarkets Italiani detenuto dagli altri figli Giuseppe e Violetta Caprotti. Marina e Giuliana pagheranno dunque oltre 1,83 miliardi di euro, dei quali 535 milioni cash e 1.312 milioni con debito bancario.

Nell’operazione, Mediobanca ha assistito come financial advisor Violetta Caprotti con un team composto da Francesco Canzonieri, Francesca Anzeloni, Christian Basellini, Matteo Calegari e Luca Bollini.

Giuseppe Caprotti è stato invece assistito da Marco Costaguta di Long Term Partners, e dall’ex banker di Morgan Stanley e Bnp Paribas, Marco Lippi, ora partner del fondo Pamplona. Giuliana Albera e della figlia Marina, socie di maggioranza con il 70%, hanno invece arruolato come advisor i banchieri d’affari di Zaoui & co. e a un team di Colombo & Associati.

Nel dettaglio, le due proprietarie dell’azienda fondata da Bernardo Caprotti pagheranno 535 milioni, 100 dei quali in denaro mentre altri 435 milioni verranno dalla cessione a Unicredit del 32,5% del capitale di Villata, il polo immobiliare che ha in pancia buona parte dei 159 supermercati di Esselunga che è proprietaria del restante 67,5%.

Gli altri 1,312 miliardi saranno messi a disposizione da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Bnl-Bnp Paribas che finanzieranno la capofila Supermercati italiani. Questa poi si unirà con Esselunga e rimborserà la linea bridge a seguito della fusione, che si prevede avvenga entro 12 mesi dal closing dell’acquisizione.

L’operazione, hanno spiegato, è più che sostenibile perché il gruppo alla fine del 2019 aveva 1.139 milioni di disponibilità liquide e debiti netti per 150 milioni. Non solo. Esselunga manterrà un profilo patrimoniale solido perché rimborserà 550 milioni dopo il merger, che si chiuderà tra un anno, più altri 300 milioni.

Esselunga ha chiuso il 2019 con 8,1 miliardi di ricavi.

Noemi

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