Intesa disponibile ad acquisire le PopVi e Veneto Banca ripulite

Intesa Sanpaolo dà la sua disponibilità ad acquistare a un prezzo simbolico alcune attività e passività e certi rapporti giuridici di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, alla ricerca di un cavaliere bianco affiancate da Rothschild, purché “a condizioni e termini che garantiscano, anche sul piano normativo e regolamentare, la totale neutralità dell’operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del Gruppo Intesa Sanpaolo”, si legge nella nota del gruppo.

L’istituto guidato da Carlo Messina (nella foto) esclude così aumenti di capitale e subordina l’operazione a precise garanzie sulle copertura dei costi e rischi legali dell’acquisto.

Nel dettaglio la disponibilità di Intesa, deliberata all’unanimità dal consiglio di amministrazione, riguarda “l’acquisizione di un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), i crediti in bonis ad alto rischio e le obbligazioni subordinate emesse, nonché partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all’acquisizione”.

In particolare, Intesa “considera necessaria per la conclusione e l’efficacia dell’operazione una cornice legislativa, approvata e definitiva, che, fra l’altro, assicuri le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi della totale neutralità dell’operazione rispetto al Cet 1 ratio e alla dividend policy del gruppo, la copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione e la sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni comunque avanzati nei confronti di Intesa Sanpaolo per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e passività trasferite.

Inoltre il trasferimento delle attività e passività, qualora perfezionato, avverrà a fronte di un corrispettivo simbolico.

Intesa è dunque, a oggi, il candidato numero uno verso la conquista delle banche venete ripulite. A muoversi sul dossier era stata anche Iccrea, supportata da Mediobanca come advisor, per poi fare marcia indietro. Dal canto suo Unicredit, per bocca del presidente Giuseppe Vita, ha ribadito il proprio no a un intervento a due con Intesa, prefederendo una soluzione di sistema che coinvolga la grandissima parte delle banche italiane.

 

Noemi

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