Investimenti in private capital, l’importanza di sbagliare
di nicola barbiero*
Il momento dedicato, istituzionalmente, all’educazione finanziaria sta per volgere al termine. Con l’aiuto della tecnologia, anche quest’anno molti sono stati gli eventi organizzati che hanno permesso di coprire un ampio spettro di argomenti. Una riflessione su un elemento così specifico e importante della vita di noi tutti, è doverosa.
Non è mia intenzione riprendere, oggi, un tema di cui abbiamo già parlato e discusso ma, anzi, utilizzarlo come punto di partenza. In questo approfondimento, edito da Banca d’Italia, emerge come solo tre italiani su dieci abbiano una conoscenza di base dei temi legati alla finanza personale (la vita di tutti i giorni per intenderci) contro una media Ocse di sei su dieci; numeri di cui si è già parlato e sui quali potrebbe essere poco interessante insistere. Per un momento, quindi, vorrei focalizzare l’attenzione non tanto sulla statistica in sé, quanto sul motivo che porta ciò, provando a darne una mia, personale e molto discutibile, interpretazione.
Troppo spesso, a mio avviso, la mancanza di informazioni ci porta a non fare alcune scelte così ci troviamo nel “scegliere di non fare”, di non acquisire nuove conoscenze, di non aprirci a nuovi argomenti e, più in generale, di non muoverci dal punto in cui ci troviamo. Possiamo applicarlo nel quotidiano di tutti noi così come in ambito.
Muoversi, in qualsivoglia direzione, richiede lo sforzo, decisamente non banale, di abbandonare la propria zona di comfort, di lasciare il punto conquistato per esplorare nuove terre e cambiare il proprio punto di vista. Ciò richiede di mettersi, in primis, e di essere messi costantemente in discussione, senza mettere in dubbio la propria professionalità, la propria cultura o il proprio background ed esperienza maturate ma, anzi, darne maggior valore.
Affrontare nuovi argomenti ci rende più consapevoli o, almeno, ci permette di osservare lo stesso fenomeno da diversi punti di vista. Al contrario la difesa, fine a sé stessa, delle proprie convinzioni, rischia, di trasformarci in “tifosi”: persevero, in qualsiasi ambito e argomento, nel mio pensiero ad ogni costo, non tanto perché sono certo che sia la giusta prospettiva ma in quanto, inconsciamente, ho paura nell’ammettere di aver sbagliato.
Ed ecco qui il tema centrale di oggi: l’importanza nel commettere errori. Il processo di apprendimento è un continuo e gli errori sono inevitabili e, forse meglio, sono da ricercare. Solo chi tenta di superare i limiti della propria conoscenza, di distaccarsi dalla propria zona di comfort sbaglia.
Si sbaglia e si impara, si continua a sbagliare e si continua a imparare. Mai smettere di sbagliare, gli errori, penso, siano il vero sale delle nostre giornate: ciò che ci permette di dire “anche oggi ho imparato qualcosa”. Chiaro, fare errori costa, e ne siamo ancora più toccati se ciò avviene nel nostro privato; ma quanto costa non farne? Se l’errore mi permette di conoscere ad approfondire una nuova materia, ecco con il suo costo è nullo e, anzi, si trasforma in un valore aggiunto che, altrimenti, non avrei potuto avere, che non avrei nel mio bagaglio di conoscenze ed esperienze.
Forse noi tutti sbagliamo troppo poco: più propensi a difendere, sempre e comunque, le nostre scelte (qualsiasi esse siano) che a valutare strade alternative. Penso che nella storia di ciascuno ci siano stati e, spero per tutti, ci saranno errori: momenti che rimangono nella memoria e che permettono di migliorare la sfera privata ed affinare la nostra professionalità aumentando, di conseguenza, il valore aggiunto che possiamo apportare alla società in cui viviamo.
Ecco l’importanza di sbagliare.
Evitiamo di essere tifosi di noi stessi, ascoltiamo, confrontiamoci con posizioni diverse dalle nostre, e.… SBAGLIAMO. Solo in questo modo può avere dirsi che #ottobreEdufin2020 abbia raggiunto il suo vero obiettivo portando l’educazione (non solo quella finanziaria) nella vita di tutti i giorni. Dal piccolo risparmiatore, all’investitore istituzionale anche più sofisticato, tutti, abbiamo qualcosa da imparare (il difficile periodo che stiamo vivendo ne è un chiaro esempio) per migliorarci e per migliorare la vita di chi ci sta intorno.
*Investment director
nbarbiero@heritageservices.mc
Questo articolo è tratto dal blog “Serve del catch up?”