Kpmg, frena l’m&a nel 2019. Deal per 4,2 miliardi nel primo trimestre

Frena nel 2019 il mercato dell’m&a, sia a livello globale sia, in maniera amplificata, in Italia per via dalle incertezze legate allo scenario politico nazionale e ai dati macro economici.

A rilevarlo è Kpmg nella consueta ricerca del settore. Nel primo trimestre dell’anno, evidenzia il report, sono state formalmente chiuse in Italia 165 operazioni (due in meno rispetto ai primi tre mesi del 2018) per un controvalore complessivo di circa 4,2 miliardi di euro, in forte rallentamento rispetto ai 10 miliardi di controvalore del primo trimestre dello scorso anno. Un dato linea con la frenata registrata sul mercato a partire dalla seconda metà del 2018.

Mercato M&A Italia (Trend)

 

“Dopo anni di crescita rilevante, il mercato dell’M&A rallenta fortemente, proprio nel momento in cui ci si stava riavvicinando ai controvalori annui registrati pre-crisi – ha commentato Max Fiani, Partner KPMG Corporate Finance -. Sono purtroppo molto pochi i segnali positivi registrati in questi primi tre mesi dell’anno”.

 

Confronto 1°Trimestre 2017 -2019

 

Rispetto a quanto visto nel recente passato, risulta piuttosto magra anche la pipeline di operazioni già annunciate ma non ancora formalmente finalizzate, che è ferma a circa 16 miliardi di euro.

Particolarmente negativi poi i dati relativi alle operazioni domestiche: solo 84 le operazioni finalizzate tra controparti nazionali, per un controvalore complessivo intorno ai 350 milioni di euro.

In un mercato complesso, rimane forte l’interesse del settore finanziario verso i non performing loan. In questo comparto si segnala in particolare l’investimento di circa 60 milioni di euro di Banca IFIS per acquisire il 90% del capitale del servicer FBS, quarto operatore italiano del settore, con un portafoglio di circa 7 miliardi di crediti deteriorati.  Un’operazione che si inserisce in un trend che si sta sempre più consolidando sul mercato nazionale. Basti pensare all’operazione tra IntesaSanPaolo e Intrium, alla partnership strategica tra Credito Fondiario ed Elliott con Banco BPM e al recente annuncio dell’italiana doBank relativa all’acquisizione dell’85% del capitale di Altamira Asset Management.

Ammontano a 2 miliardi di euro gli investimenti esteri in società italiane, per un totale di 48 transazioni. Protagonista ancora una volta la Cina, con il gruppo Haier di Qingdao che ha rilevato la Candy S.p.A. per quasi mezzo miliardo di euro. Circa il doppio è stato invece incassato dal Gruppo Generali per la cessione delle filiali in Belgio ed Irlanda.

Lo stesso controvalore, 2 miliardi di euro, è anche quello relativo alle operazioni finalizzate da società italiane all’estero, quasi interamente legate alla finalizzazione dell’operazione di fusione tra Luxottica ed Essilor annunciata nel 2017 che ha visto il delisting di Luxottica spa da Piazza Affari il 5 marzo scorso dopo 18 anni di presenza sul mercato azionario italiano. In assenza dei c.d. serial acquirer, i dati relativi al cross border-out si sono fortemente ridimensionati.

Sul mercato
Come avvenuto nello stesso periodo dello scorso anno, solo sei sono state le matricole nel primo trimestre, tutte ammesse sul mercato AIM. La raccolta complessiva si è fermata a 48 milioni di euro, trenta dei quali destinati a GEAR 1, la SPAC (special purpose acquisition company) – promossa da Arnaldo Camuffo, Maurizio Cozzolini e Matteo Nobili – che ha individuato il gruppo Comer Industries quale target per la business combination.

In arrivo è però la più grande Ipo del 2019 di Borsa Italiana, cioè quella di Nexi, che continua a registrare il tutto esaurito da parte degli investitori italiani ed esteri. L’offerta delle azioni del gruppo attivo nel segmento dei pagamenti digitali (l’ex CartaSi) terminerà l’11 aprile e la data di avvio delle negoziazioni a Piazza Affari è prevista per il 16 aprile. A lavoro ci sono Banca Imi, Bofa-Merrill Lynch, Credit Suisse, Goldman Sachs e Mediobanca come global coordinator e Barclays, Citi, Hsbc, Unicredit, Banca Akros, Ubi Banca, Mps e Ubs quali ben otto bookrunner. Il collocamento è riservato a investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali all’estero. L’Ipo della società guidata dall’ad Paolo Bertoluzzo, e controllata dai private equity Advent, Bain e Clessidra avverrà sia con un aumento di capitale per 700 milioni, sia con la vendita di azioni.

 

Noemi

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