Labomar verso il debutto su Aim Italia, domanda quattro volte offerta. Gli advisor

Labomar, azienda nutraceutica, ha ricevuto l’ammissione alle negoziazioni su Aim Italia.

Nell’operazione l’azienda è assistita da Imi-Intesa Sanpaolo (global coordinator & joint bookrunner), con la struttura corporate finance BdT guidata da Andrea Falchetti, con un team composto da Faustino Galeotti (head of m&a and Ecm BdT, nella foto), Nicolò Bani (vice-president) e Ivan Cutrufello (associate).

Al fianco di Labomar anche CFO Sim (joint bookrunner), Banca Mediolanum (nomad e financial advisor), BModel (corporate financial advisor), PwC (business plan advisor), EY (società di revisione), Epyon (advisor per i dati extracontabili), Dyn@mika (advisor sul sistema di controllo di gestione), Epica (advisor per la due diligence fiscale),  Thanai Bernardini (communication advisor) e Twin (IR advisor).

L’ammissione, si legge in un comunicato, è avvenuta ad esito della conclusione, con un importante successo, del collocamento di complessive 4.983.250 azioni ordinarie (comprensive dell’opzione greenshoe), per un controvalore totale di 29,9 milioni di euro, a fronte di una domanda complessiva superiore a 120 milioni di euro, ovvero circa 4,2 volte l’offerta (circa 5,7 volte escludendo dal calcolo gli ordini e la quota riservata agli anchor investors). Il 42% della domanda complessiva al prezzo di collocamento è pervenuta da investitori esteri.

Il prezzo di collocamento è stato fissato in 6 euro per azione, corrispondente a una capitalizzazione di mercato di 110,9 milioni. Il flottante post aumento di capitale sarà pari al 17,9%, assumendo l’integrale esercizio dell’opzione greenshoe. L’inizio delle negoziazioni è fissato per lunedì 5 ottobre.

Assumendo l’esercizio integrale della greenshoe, l’azionariato di Labomar dopo il collocamento vedrà LBM Holding al 71,1% del capitale, Fidim all’1,5%, Claudio De Nadai allo 0,3%, Michele Perissinotto allo 0,1%, Giuseppe Milan allo 0,1%, Master Lab al 6,3% e Value First al 2,7%.

Labomar ha chiuso il 2019 con ricavi pro-forma pari a 56,6 milioni di euro (43,5 milioni nel 2018), un ebitda pro-forma adjusted di 12,2 milioni (9 milioni nel 2018), un ebit pro-forma adjusted di 8,3 milioni (6,2 milioni di euro nel 2018) e un utile netto pro-forma adjusted di 5,7 milioni (4,3 milioni nel 2018). Nel primo semestre il gruppo ha registrato ricavi pari a 33 milioni e un ebitda consolidato di 7,8 milioni.

Fondata da Walter Bertin nel 1998 a Istrana, in provincia di Treviso, Labomar è un contract development and manufacturing organization (Cdmo), ossia società specializzata nello
sviluppo e produzione di integratori alimentari, dispositivi medici, alimenti a fini medici
speciali e cosmetici per conto terzi. Il team di ricerca lavora per creare, sviluppare e
realizzare prodotti ad alto valore aggiunto nel campo della nutraceutica.

Commentando i risultati dell’ipo, Bertin ha preannunciato “possibili nuove acquisizioni in altri Paesi” dopo la canadese ImportFab.

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