Lvmh all’assalto di Tiffany, sul piatto 14,5 miliardi di dollari
Aggiungere Tiffany a una collezione di brand che già non ha eguali al mondo. L’obiettivo di Bernard Arnault (nella foto), numero uno di Lvmh – nonché terzo uomo più ricco al mondo -, è chiaro. E per ottenerlo ha messo sul piatto 14,5 miliardi di dollari, cifra che, però, rischia di essere insufficiente.
A sganciare la bomba è stato, nel week end, il Wall Street Journal. Stamattina Lvmh ha confermato di aver avviato colloqui preliminari per aggiungere alla corona di marchi del lusso (inteso a 360 gradi, ovvero fashion, gioielli, profumi, orologi, alcolici, food e distribuzione selettiva) i gioielli di Tiffany, casa fondata a New York nel 1837, resa iconica dal film Colazione da Tiffany, con una sfolgorante Audrey Hepburn.
Confermato l’interesse di Lvmh, ora si susseguono le indiscrezioni. Il Financial Times ha riportato nelle ultime ore che il board di Tiffany sarebbe orientato a respingere l’offerta, considerata insufficiente. L’impressione, però, è che gli approcci francesi siano destinati a raggiungere il bersaglio, probabilmente dopo un aggiustamento del prezzo.
Al momento, Lvmh ha messo sul piatto 120 dollari in contanti per ogni azione Tiffany, con un premio del 20% sulla chiusura di venerdì. Ovviamente, il titolo della casa newyorchese sta schizzando, allineandosi all’offerta e andando oltre (attualmente balza di oltre il 29%), segno che il mercato si aspetta un rilancio.
Compratore seriale, Arnault con Tiffany metterebbe a segno l’operazione più onerosa della sua storia. Il portafoglio di Lvmh attualmente comprende, tra gli altri, Louis Vuitton, Moet et Chandon, Hennessy, Christian Dior, Sephora, Givenchy, Veuve Cliquot, Dom Pérignon, nonché i brand italiani Bulgari, Fendi, Emilio Pucci, Loro Piana, Acqua di Parma e la pasticceria Cova.
Tiffany attraversa una fase di rilancio, dopo anni di sofferenza, guidata dall’amministratore delegato Alessandro Bogoglio.