Minibond in private placement, per l’Agenzia delle entrate non si applica il 26% sugli interessi
La direzione centrale della Agenzia delle entrate ha risposto favorevolmente a una istanza di Interpello presentata da Sviluppo Imprese Centro Italia SGR S.p.A., con l’assistenza dello studio legale Orrick, relativa al regime fiscale applicabile agli interessi corrisposti nel contesto della sottoscrizione di un minibond non quotato.
L’Agenzia ha chiarito i requisiti in presenza dei quali i private placement di minibond soggiacciono al regime del D.lgs. 239/1996. Riconoscendo l’applicazione di tale regime, l’Agenzia delle entrate ha confermato la non applicazione del prelievo del 26% (a titolo di ritenuta e/o di imposta sostitutiva) sugli interessi corrisposti al Fondo di investimento alternativo chiuso sottoscrittore del prestito.
La favorevole interpretazione da parte dell’Agenzia delle Entrate dell’Interpello presentato da SICI e Orrick, sebbene resa su di un caso concreto e personale, rende certamente ancora più attrattivo il mercato dei minibond. Consente infatti di liberare ulteriori risorse che il sistema finanziario può mettere a servizio dell’economia reale, favorendo il ricorso all’emissione di tali strumenti finanziari da parte delle piccole e medie imprese del Paese.
In questo modo sono superate le incertezze manifestate da alcuni operatori del settore che avevano portato, in numerosi casi, all’assoggettamento degli interessi alla ritenuta del 26% e viene riconosciuta agli investitori istituzionali la piena esenzione sugli interessi in presenza delle condizioni soggettive e oggettive di cui all’articolo 1, ultimo periodo, del Regime 239.