October, piccole imprese crescono coi prestiti digitali

Digitale, disintermediazione, canale diretto, community, ecosistema. Attorno a October ruotano le parole chiave della finanza 4.0. Nata in Francia nel 2015, la piattaforma paneuropea di finanziamento alle pmi recentemente ha superato diverse soglie significative: oltre ottocento operazioni finanziate, più di 400 milioni di euro erogati, oltre 20mila prestatori. Tutto è pronto per il balzo successivo, che potrebbe passare dalla quotazione borsistica. In attesa che la regolamentazione europea sul crowdfunding uniformi il quadro normativo e della vigilanza.

Sergio Zocchi (nella foto), a capo di October Italia, spiega a MAG quali saranno le linee di sviluppo del business della piattaforma di finanziamento.

Innanzitutto, un accenno all’attualità. L’emergenza creata dal coronavirus Covid-19 impatta su una realtà che fa lending digitale? «La nostra operatività è pensata per svolgersi a distanza», dice Zocchi. «Né abbiamo evidenza di particolari variazioni nelle richieste da parte delle imprese o nella selezione dei prestiti da parte degli investitori. Come sempre, valuteremo il profilo di rischio di ogni operazione di finanziamento caso per caso, includendo naturalmente gli eventuali effetti del coronavirus sulla performance aziendale. In questo difficile contesto di mercato, siamo convinti che la velocità e la flessibilità del nostro modello di business, insieme alla dematerializzazione del processo di finanziamento, possano rappresentare un vero valore aggiunto per le pmi».

Passo indietro, facciamo un po’ di storia. «La società è nata nel 2015 in Francia», ricorda Zocchi, «cogliendo l’opportunità di aprire un canale di finanziamento alle pmi complementare rispetto a quello bancario». È nato un mercato, dato che le banche, sotto pressione per via dei vincoli ai requisiti patrimoniali imposti dalle autorità di vigilanza, avevano già dimostrato di non essere in grado di soddisfare le esigenze di finanziamento da parte delle piccole e medie imprese.

Due anni dopo la nascita, October è approdata in Italia e in Spagna, a seguire Paesi Bassi e Germania. Lo Stivale si è dimostrato da subito terreno fertile per il direct lending, combinando i due fattori chiave: abbondanza di pmi sottocapitalizzate e risparmio in cerca di rendimenti interessanti. E infatti, l’Italia è divenuto il secondo mercato per il gruppo. Alla fine dell’anno scorso più di cento imprese italiane avevano ricevuto oltre 60 milioni.

«Siamo andati incontro alle esigenze delle pmi con un canale nuovo, digitale, semplice», sintetizza Zocchi. October mette in contatto diretto prestatori privati che prestano direttamente sulla piattaforma scegliendo in autonomia i progetti e investitori istituzionali, galassie storicamente distanti anni luce.

«Abbiamo dato vita a una community di risparmiatori e istituzionali», prosegue il numero uno di October in Italia. «La community è formata da oltre 20mila prestatori privati internazionali, più gli istituzionali», tra cui il Fondo europeo degli investimenti (Fei), le banche nazionali di promozione degli investimenti (Bpi France e la spagnola Ico), compagnie di assicurazione (Cnp e Groupama) e fondi (Matmut ed Eiffel).

Dall’avvio del progetto October ha raccolto investimenti per 550 milioni di equity. Gli azionisti storici sono …

 

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