L’importanza della due diligence negli investimenti in private capital

di Nicola Barbiero*

 

Negli ultimi mesi abbiamo avuto modo di affrontare il tema del rapporto investimenti/investitori sotto diversi aspetti. Nell’ultimo approfondimento si è cercato di passare dalla teoria (considerazioni ad analisi generali) alla pratica (il vero e proprio investimento). In questo senso un elemento centrale è rappresentato dalla due diligence.

Letteralmente starebbe a indicare la “dovuta diligenza” ma letto in questo modo, il processo di due diligence rischia di non riflettere pienamente l’importanza di questa attività e la suo rilievo nella costruzione del portafoglio di un investitore. Cerchiamo, quindi, di capirne il significato e provare a formulare una sorta di “best practice” minima da cui poter prendere spunto per sviluppare l’analisi propedeutica al vero e proprio investimento.

Come di consueto meglio partire da una descrizione chiara per definire cosa andremo a intendere per due diligence eliminando i potenziali equivoci che possono nascere. Generalmente possiamo definire questa attività come uno “step” intermedio tra l’individuazione dell’oggetto dell’investimento e l’investimento stesso: una analisi utile a comprendere meglio i principali aspetti (positivi e negativi) del target individuato permettendo all’investitore di capire se dall’iniziale “colpo di fulmine” si può passare a un fidanzamento.

In questo senso la due diligence è il tipico processo che viene effettuato sia da un investitore prima della sottoscrizione di un fondo di investimento/società d’investimento sia dagli stessi managers della società d’investimento prima di entrare nel capitale della società target o di sottoscriverne il debito. In generale sarebbe opportuno che la due diligence venga fatta anche in senso contrario permettendo alla società di investimento di capire chi sono i soggetti dei quali andrà a gestire il patrimonio e alle aziende di capire chi saranno i nuovi soci/creditori.

Da questi primi spunti si capisce come la due diligence può essere un’analisi più o meno approfondita, a seconda del soggetto che la effettua. I manager di una società d’investimento devono necessariamente seguire un accurato processo di due diligence, spesso supportati da soggetti terzi (advisor) con elevate competenze in determinate materia, prima di entrare nel capitale di un’azienda o di sottoscriverne il debito, al contrario per un piccolo investitore privato la due diligence si può riassumere nella conoscenza diretta dei manager.

Il punto di vista che andremo ad adottare continuerà a riguardare l’approccio che gli investitori istituzionali dovrebbe assumere in questa fase di analisi e un aiuto ci viene fornito dall’AIFI (Associazione italiana del private equity, venture capitale e private debt) che mette a disposizione un paper intitolato “L’investimento in un fondo di private equity: guida al processo di selezione e due diligence” (potete trovarlo qui) che pur datato 2012 continua a rappresentare, a mio parere, un interessante punto di partenza e da qui partiamo.

Iniziamo, intanto, a dividere l’analisi in tre “sotto-sezioni”:

  • l’organizzazione della selezione;
  • la valutazione dei gestori;
  • condizioni economiche e aspetti legali

Le ultime due possono essere sviluppate in via parallela mentre, la prima delle tre, richiede un momento di riflessione utile ad ordinare le idee, mettere in file le richieste necessarie e prevedere una “time table” al fine di sviluppare un efficiente allocazione delle risorse/tempo. A queste io fasi solitamente aggiungo una o più visite direttamente nei locali della società di investimento e altrettante alle aziende target: mi piace vedere e vivere di persona le realtà non solo analizzare i documenti.

Nei prossimi articoli proveremo, anche con l’aiuto di esperti, a entrare nel dettaglio di ogni singolo momento della due diligence portando, allo stesso tempo, esperienze ed esempi concretamente avvenuti per cercare di evidenziare i rischi ed il valore aggiunto di ogni singola fase.

Chiunque volesse contribuire in tal senso scriva pure a redazione@financecommunity.it.

 

 

 

*Cfo di un fondo pensione negoziale

Questo articolo fa parte del blog “Serve del catch up”, leggilo qui.

SHARE