Private debt, nel primo semestre balzo della raccolta e calo degli investimenti

La prima parte dell’anno ha visto un balzo della raccolta e un calo degli investimenti di private debt.

E’ quanto emerge dai dati raccolti da Aifi, in collaborazione con Deloitte.

Tra gennaio e giugno sono stati raccolti sul mercato 273 milioni di euro, in crescita del 94% rispetto a un anno prima. Dall’inizio dell’attività (2013) a oggi, il fundraising complessivo ammonta a 2,3 miliardi di euro. Guardando alle fonti, il 48% del capitale è arrivato dalle banche, il 28% da fondi di fondi istituzionali e il 15% da fondi pensione e casse di previdenza.

“La presenza di operatori di mercato che si specializzano in una strategia di investimento e finanziamento focalizzata su strumenti di debito e credito è oggi in forte ascesa”, ha spiegato Daniele Candiani (nella foto), partner debt advisory/corporate finance Deloitte. “Questo dimostra come il mercato ha finalmente riconosciuto in questi asset un valido supporto a una strategia finanziaria di crescita diversificata”.

Nel primo semstre sono stati investiti 200 milioni di euro, con una riduzione del 55% rispetto a un anno prima. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 74 (+21%) distribuite su 63 target (+21%). Il 59% dell’ammontare è stato investito da soggetti domestici, che hanno realizzato il 71% del numero di operazioni. Il 54% delle operazioni sono state sottoscrizioni di obbligazioni, mentre il 45% finanziamento e l’1% ha riguardato strumenti ibridi. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è di cinque anni e 4 mesi; il 90% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 5,5%.

A partire dal primo semestre dell’anno scorso sono state monitorate le operazioni di exit. Complessivamente, dal 2015 a oggi, sono stati realizzati 276 rimborsi, per un ammontare pari a 454 milioni di euro. Nel primo semestre del 2019 sono state 80 le exit, per un ammontare pari a 86 milioni. Sempre nel primo semestre, il 42% dell’ammontare ha riguardato rimborsi anticipati volontari su richiesta della società, il 35% è stato legato al piano di ammortamento, il 12% riguarda il rimborso a scadenza e l’11% il rimborso anticipato concordato. Con riferimento all’investimento originario, l’89% dei rimborsi ha riguardato lo strumento dell’obbligazione.

“La crescita del fundraising dei fondi di debito nel primo semestre è positiva, anche se è principalmente di origine domestica”, ha affermato Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi. “Anche il numero degli investimenti effettuati è in crescita, pur se si tratta di operazioni di taglia più piccola rispetto al precedente anno, tanto che il valore complessivo degli investimenti è sceso nel primo semestre del 2019”.

SHARE