QuattroR e quel possibile interesse su Burgo

Potrebbe esserci un riassetto azionario in vista per Burgo, azienda cartiera passata nel luglio 2015 attraverso un piano di risanamento ex articolo 67 della legge fallimentare e da un accordo con le banche creditrici che hanno trasformato 200 milioni di crediti (su oltre 900) in strumenti partecipativi di capitale.

A guardare con interesse al dossier ci sarebbe, stando a quanto risulta a Financecommunity, QuattroR, il veicolo di turnaround partecipato da Cassa depositi e prestiti e guidato da Francesco Conte, che nell’ultimo anno ha investito fra le altre in Trussardi (leggi la notizia su Financecommunity) e Ceramiche Ricchetti (leggi la notizia su Financecommunity)

Burgo è controllata al 50,59% dalla famiglia Marchi  e vede una presenza significativa di Mediobanca, primo creditore del gruppo, che ha il 22,12% del capitale, insieme a Banco Bpm e a Pillarstone, che ha rilevato i crediti a lungo termine di Intesa e Unicredit (quest’ultima ha anche una quota del 3,83% del gruppo, attraverso Unicredit merchant), oltre a Allegro (Generali Financial H.) e Italmobiliare con l’11,68% ciascuno.  Ora sembrerebbe che Pillarstone, che era entrata nell’azienda nel 2016, voglia valorizzare parte della sua quota e qui entrerebbe in gioco QuattroR.

L’operazione, sempre secondo le indiscrezioni, dovrebbe strutturarsi sotto forma di aumento di capitale – il cui valore deve essere ancora stabilito – da realizzare entro i prossimi mesi. QuattroR starebbe nel dettaglio guardando alla sottoscrizione di alcuni degli strumenti partecipativi in mano al fondo, che però non è detto esca definitivamente dalla società.

Interpellate da Financecommunity, QuattroR ha preferito non commentare mentre Pillarstone ha dichiarato di voler “continuare a supportare il piano di crescita e sviluppo di Burgo e a sostenere il pano di riconversione degli impianti con l’obiettivo di creare nuovo valore per l’azienda e non sta valutando alcun progetto di uscita dalla società”.

Al 31 dicembre 2018, Burgo registrava ricavi e proventi operativi a 1,883 miliardi di euro, rispetto ai 2 del 2017. Si ricorda che a metà dell’esercizio 2018 Burgo ha ceduto il ramo d’azienda di Burgo Energia relativo alle attività di vendita di energia e gas, in quanto considerata non più strategica: a parità di perimetro i ricavi 2018 sarebbero stati in linea con l’esercizio precedente. L’Ebitda al 31 dicembre 2018 è pari a 137 milioni di euro, in crescita del 3,8% rispetto a 132 milioni di euro del 2017 e pari al 7,3% del fatturato (rispetto al 6,6% al 31 dicembre 2017) e l’utile netto pari a 9,9 milioni di euro in crescita del 13,8% rispetto a 8,7 milioni di euro del 2017.  L’indebitamento finanziario netto, per 48 milioni di euro, che si attesta a 487 milioni di euro al 31 dicembre 2018 rispetto ai 535 milioni di euro di fine 2017.

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